Il Ministero smantella la Sogin: incapace di rispettare gli impegni

Cingolani conferma il commissariamento, poi in primavera nuovi vertici

Roberto Cingolani (Foto Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse)

NAPOLI – Quattro miliardi e duecento milioni investiti in 23 anni per completare il 30% circa dello smantellamento delle centrali nucleari, oltre un miliardo speso di soli stipendi per dirigenti e personale. Basterebbero questi numeri a definire il disastro della gestione della Sogin, società statale deputata al decommissioning del nucleare in Italia a cominciare dalla centrale del Garigliano, a Sessa Aurunca, disattivata 40 anni fa. Finalmente il governo sembra essersi accorto di quanto accaduto e si dice pronto a correre ai ripari. Ieri il ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, è stato interrogato alla Camera sul tema. E non ha usato mezze misure: “Si deve constatare che nel corso degli ultimi anni si sono verificate alcune disfunzionalità che pongono dei dubbi sull’effettiva capacità di Sogin di rispettare gli impegni che è stata chiamata ad assolvere”. La società di Stato, che opera tra l’altro con i soldi che i cittadini pagano alla voce A2 della bolletta elettrica, è stata definita dal governo incapace di svolgere il proprio compito. Una bocciatura totale. Pesantissima. Il commissariamento, a questo punto, è inevitabile. “Il Mite insieme al Mef sono impegnati a dare alla società un assetto che garantisca il raggiungimento degli obiettivi complessivi che riguardano il decommissioning e le altre attività, non escludendo alcuna ipotesi, ivi compresa quella del commissariamento, che io sostengo fortemente, anche tenuto conto della circostanza che in primavera si dovrà comunque provvedere al rinnovo degli organi societari”, ha aggiunto Cingolani. Spendere tanti soldi per completare solo un terzo dei lavori è un fallimento evidente. E il governo non può far altro che confermare questo assunto: “Negli ultimi anni sono state individuate varie disfunzionalità. Il decommissioning delle centrali, in primis, che continua a procedere molto a rilento, con uno slittamento dell’obiettivo finale. Infatti, al 31 dicembre 2021 risulta raggiunto il 35,5% dello smantellamento dei siti e l’estrema lentezza si evince confrontando gli obiettivi fissati con le soglie di avanzamento raggiunte, ha affermato. Poi c’è da verificare la corretta attuazione del progetto Cemex che riguarda lo smaltimento dei rifiuti radioattivi nell’impianto di Saluggia, dove sono stati allocati 270.000 litri di rifiuti radioattivi liquidi acidi stoccati in serbatoi in acciaio costruiti negli anni ‘60 con il pericolo di sversamento di una parte di tali liquidi nell’ambiente circostante e i relativi ingentissimi danni ambientali che ne potrebbero derivare. Terzo va fatta chiarezza sulla correttezza delle rendicontazioni ad Arera circa i contratti per il Deposito nazionale sulle quali sono in corso indagini della Guardia di finanza”, ha aggiunto il ministro Cingolani. Sul Deposito nazionale, di cui si discute da anni e per il quale non è stato ancora individuato un sito adeguato e disposto ad accoglierlo, di soldi ne sono già stati spesi tanti. E ora anche la Procura vuole verificare come. Soddisfatti dell’impegno del governo i parlamentari che hanno presentato l’interrogazione: “Responsabilmente il MoVimento 5 Stelle – spiegano i deputati Luca Sut e Generoso Maraia, capigruppo in commissione Ambiente e in commissione Attività produttive – ha sempre lavorato per portare a termine la procedura e individuare il deposito unico di stoccaggio, ma le inefficienze e i ritardi accumulati, soprattutto durante la precedente gestione di Sogin, rappresentano l’ennesima conferma della necessità di archiviare una volta per tutte la stagione dell’atomo. Per le vecchie scorie non si è ancora trovata un’area disponibile a ospitare il sito di stoccaggio, mentre la tecnologia attuale è costosa, pericolosa e comporta la produzione di nuovi rifiuti radioattivi. Chi chiede a gran voce una nuova stagione nucleare dica allora dove collocherebbe i nuovi reattori e le scorie prodotte”. Ora su Sogin è necessario voltare pagina e cambiare rotta.

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