Il nuovo portavoce del Papa si presenta: “Abbiate pazienza se sbaglio”

Alessandro Gisotti ha 44 anni ed è laureato in scienze politiche alla Sapienza di Roma

Le udienze di Papa Francesco (Foto Osservatore Romano/LaPresse)

VATICANO – Dopo l’uscita di scena dei portavoce Greg Burke e Paloma Garcìa Ovejero, il responsabile ad interim della comunicazione papale, Alessandro Gisotti, si è presentato alla stampa. Assicurando che gestirà questo “momento particolare” con “spirito di servizio”. Quella di Gisotti, finora coordinatore dei social media della Santa Sede, è una scelta interna. Con cui viene garantita continuità ed equilibrio nel veicolare il messaggio pastorale di Francesco.

Vaticano, le nuove nomine

Al vertice della macchina istituzionale e mediatica della Santa Sede c’è Paolo Ruffini. L’ex direttore di Rai3 e di Tv2000 che dallo scorso luglio è prefetto del dicastero per la comunicazione del Vaticano. Dal 18 dicembre, poi, Ruffini è stato affiancato da Andrea Tornielli. Si tratta dell’ex vaticanista de ‘La Stampa’ che ha l’incarico di direttore editoriale dello stesso dicastero.

Le dimissioni di Burke e Garcìa

Proprio le nomine di questi due dirigenti, assieme a quella di Andrea Monda a direttore de ‘L’Osservatore Romano’, hanno probabilmente spinto i portavoce Burke e Garcìa a rassegnare le dimissioni. Il primo, in un tweet, ha spiegato che “in questo tempo di transazione nella comunicazione vaticana, pensiamo che sia meglio che il Santo Padre sia completamente libero di creare un nuovo team”.

Chi è Alessandro Gisotti, il nuovo portavoce di papa Francesco

Non è chiaro se Gisotti, 44 anni, laureato in scienze politiche alla Sapienza, si vedrà trasformare l’interim in incarico definitivo. Nell’incontrare la stampa, ha ringraziato Papa Francesco e il prefetto Ruffini, ha chiesto “un po’ di pazienza per gli errori e le incertezze che potrò compiere in questi primi passi”. Il giornalista ha assicurato che i portavoce uscenti “hanno dato tutta la loro disponibilità e collaborazione per aiutarmi in questo delicato passaggio”.

(Lapresse/di Matteo Bosco Bortolaso)

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