Il Pd perde altri pezzi, in Umbria si dimette la governatrice Marini

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse Nella foto Catiuscia Marini

PERUGIA – La governatrice umbra Catiuscia Marini, indagata nell’inchiesta della procura di Perugia su alcuni concorsi per assunzioni all’ospedale del capoluogo che sarebbero stati pilotati si è dimessa.

La lettera d’addio

“Io sono una persona perbene, per me la politica è sempre stata fare l’interesse generale. Quello che sta accadendo non solo mi addolora, ma mi sconvolge e sono sicura che ne uscirò personalmente a testa alta, perché, credetemi, io non ho niente a che fare con pratiche di esercizio del potere che non siano rispettose delle regole e della trasparenza, rifuggendo sempre da consorterie e gruppi di potere”, ha dichiarato nella lettera di dimissioni. E ha aggiunto che le istituzioni vengono “prima delle persone che le guidano e non possono avere ombre”.

Atto di responsabilità

A seguito dell’iscrizione nel registro degli indagati, in tanti tra i dem si erano dichiarati garantisti e fino a ieri mattina la Marini era intenzionata a prendere la parola in consiglio regionale e andare avanti. Poi le intercettazioni pubblicate dai giornali hanno aperto uno squarcio sul malcostume politico dilagante in Regione sulla sanità che difficilmente poteva essere tollerato dalle parti del Nazareno. Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, è stato costretto a chiedere un atto di “responsabilità” e, dopo una lunga riunione con i vertici del Pd umbro e gli avvocati, è arrivato il passo indietro.

Scelta dolorosa, ma giusta

Un atto fatto anche nell’interesse della comunità quello di Marini e il segretario Pd apprezza. Gli attacchi al partito erano arrivati addirittura da Dubai. “Con uno schifo come quello che sta emergendo in Umbria Zingaretti dice di confidare nel senso di responsabilità. Un segretario serio avrebbe espulso Marini dopo 5 minuti, come ho fatto io”, ha detto Di Maio.

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