Ilva: Al via lo sciopero, i sindacati chiedono sicurezza per lavoratori

Foto LaPresse - Donato Fasano

Milano, 30 apr. (LaPresse) – “Sono mesi che noi denunciamo l’assenza totale di manutenzioni ordinarie e straordinarie. Insieme ai lavoratori abbiamo messo in campo questa mobilitazione, finora davvero partecipata e che ha fermato le due acciaierie”. E’ quanto dichiara il segretario generale della Fim Cisl Taranto Brindisi, Ilva, Fim Cisl: Al via sciopero, chiediamo sicurezze per lavorator, commentando lo sciopero di 24 ore che ha avuto inizio questa mattina alle 7 a Taranto, riguardante circa 2.000 lavoratori di Ilva.

“Chiediamo – prosegue D’Alò – che venga affrontata con vigore la tematica legata al sistema manutentivo, perché di sicuro non possiamo continuare a lavorare in queste condizioni”. Per D’Alò, “oggi è il giorno in cui la misura è colma sul serio: i lavoratori non possono più aspettare e il sindacato nemmeno. Sono state proclamate queste 24 ore di sciopero proprio perché il segnale che vogliamo dare è che gli impianti, chiunque li debba gestire, questi deve garantire la sicurezza di chi lavora dentro e di chi è fuori in città”.

Secondo il sindacalista di Fim Cisl, “il vero problema è che c’è sempre questa scusa della mancata possibilità di investire per via dell’assenza di fondi. Serve una gestione della fabbrica che prima di tutto tuteli chi c’è dentro e poi pensare al resto della tenuta dello stabilimento”. Per D’Alò, “questo non avviene, forse è il momento che qualcuno si adoperi per mettere in sicurezza lo stabilimento di Taranto”. Per poter proseguire la trattativa “è necessario che Arcelor Mittal modifichi radicalmente l’impostazione sui numeri. Quello che loro hanno stabilito col governo per noi può rappresentare soltanto un punto di partenza su cui trattare. Noi chiediamo la copertura per tutti i 14.000 dipendenti del gruppo e che nessuno perda il posto di lavoro. Copertura che può passare anche dalle uscite volontarie incentivate. È importante quindi che il governo prenda i suoi impegni su quello che dobbiamo fare”.

D’Alò ricorda, inoltre, che “più passa il tempo e più le persone che sono in Cassa integrazione – soprattutto i lavori delle ditte d’appalto – subiscono il prezzo di questa crisi. Servono certezze anche sotto il profilo degli investimenti in materia ambientale, con la definizione di una strategia certa in termini di adeguamento impiantistico”. Per queste ragioni, commenta ancora, “è necessario far presto, ma non a qualsiasi condizione. Noi non firmeremo un accordo che preveda licenziamenti ed esuberi: è necessario che Mittal riveda la sua impostazione, dopodiché ognuno faccia la sua parte”.

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