Ilva, ok condizionato da Bruxelles alla cessione

Il colosso ArcelorMittal acquisirà la storica azienda siderurgica, ma dovrà cedere diversi stabilimenti ed escludere il gruppo Marcegaglia dal consorzio d’acquisto

Stabilimento siderurgico Ilva a Taranto
Foto Vincenzo Livieri - LaPresse

TARANTO (r.c.) La storica azienda dell’acciaio Ilva (che possedeva, fra gli altri, il dismesso stabilimento Italsider di Napoli Bagnoli ed è attualmente in amministrazione straordinaria) sta per passare in mani lussemburghesi. L’Autorità antitrust dell’Unione europea ha dato l’ok all’acquisizione da parte del colosso della siderurgia ArcelorMittal, che però dovrà rispettare diverse condizioni per evitare concentrazioni eccessive. Il gruppo Marcegaglia dovrà essere eliminato dal consorzio di acquisto e la società acquirente dovrà cedere diversi impianti, fra i quali quello di Piombino. Adempimenti necessari per ottenere il sì dell’Antitrust europeo.

Il commissario alla concorrenza Vestager: nessun aumento dei prezzi

Secondo quanto dichiarato dal commissario alla concorrenza Margrethe Vestager, con queste misure si farà in modo che “l’acquisizione di Ilva da parte di ArcelorMittal, che andrà a creare il produttore d’acciaio di gran lunga più grande d’Europa, non si traduca in un aumento dei prezzi dell’acciaio a danno delle industrie europee, dei milioni di persone che vi lavorano e dei consumatori”. Senza cessioni, infatti, nascerebbe un colosso che controllerebbe il 40% della capacità produttiva siderurgica in Europa. Per queste vendite sarà fatto ricorso a una procedura aperta a tutti gli operatori. Non solo: sarà richiesto l’ok dell’autorità antitrust, che valuterà se gli acquirenti possano assicurare le attività di produzione, senza chiusure programmate. Anche lo stop al gruppo Marcegaglia è accompagnato da alcune garanzie: ArcelorMittal non potrà acquistare quote del gruppo nell’ambito dell’acquisizione. L’operazione di vendita, sempre secondo la Vestager, “dovrebbe anche contribuire ad imprimere un’accelerazione agli urgenti interventi di risanamento ambientale della zona di Taranto”.

Il ministro Calenda: finalmente un impianto competitivo

Il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda ha commentato sui social l’annuncio dell’Ue, notando che “ora manca solo l’accordo sindacale e poi finalmente, dopo anni di crisi e problemi, Ilva potrà diventare un’acciaieria competitiva e all’avanguardia nella protezione dell’ambiente e delle persone. Non perdiamo questa occasione per Taranto e per l’Italia”.

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