Inchino al ras, il vescovo Spinillo indaga

Inchino al ras, il vescovo Spinillo indaga
Inchino al ras, il vescovo Spinillo indaga

AVERSA Il vescovo Angelo Spinillo chiederà spiegazioni al parroco della chiesa di San Giorgio a Trentola Ducenta don Giuseppe Marino dopo le polemiche per la processione del patrono che nello scorso weekend ha fatto sosta in diverse abitazioni, compresa – a quanto sembra – quella del ras Salvatore Orabona, considerato legato al clan dei Casalesi. La pratica degli “inchini” era stata espressamente vietata dal presule con una lettera del giugno scorso, in linea, del resto, con le indicazioni della Chiesa. “Certamente dovremo chiedere spiegazioni – dichiara Spinillo a “Cronache” – e ribadisco ciò che abbiamo già detto nei mesi scorsi, sull’assoluta inopportunità di entrare in qualsiasi abitazione privata. Il senso della processione è quello di un popolo che cammina insieme seguendo un modello che è il Santo, la cerimonia non può trasformarsi nella visita del Patrono alle case delle persone”. 

Alcuni esponenti del comitato festeggiamenti hanno dichiarato che i residenti hanno invitato gli accollatori nei portoni per offrire loro cibo e bevande e ristorarli; niente di male, ma “questo – osserva il vescovo – può avvenire anche in altro modo. Capisco il senso di partecipazione che sicuramente c’è nell’offrire qualcosa a chi fa la fatica di portare le statue dei Santi, ma questo non deve diventare una sorta di rapporto privato del singolo cittadino con l’immagine sacra”. 

A giugno scorso Spinillo ha ricordato che, come stabilito dalla Conferenza episcopale regionale, “è necessario contenere in un tempo congruo la durata delle processioni, evitando soste” e sviluppando un cammino ordinato che significhi il procedere di un popolo”. Sono vietati, quindi, gli “inchini” che più volte hanno messo in imbarazzo la Chiesa. La nota stabilisce inoltre che “in occasione di manifestazioni o feste religiose tradizionali o in ricorrenze straordinarie è obbligatorio presentare domanda di autorizzazione alla Curia” per poter raccogliere fondi.  Sono vietate le raccolte di denaro durante le processioni; in caso di “porta a porta”, “se ne faccia la registrazione rilasciando, se opportuno, una qualche forma di ricevuta”.

Vanno ancora evitate “forme di sponsorizzazione commerciale che richiedano, poi, di essere messe in evidenza con criteri che sono propri di altre forme di manifestazione, e soprattutto si eviti la banalità di preparare manifesti in cui il nome della Madonna o dei Santi sia confuso tra gli annunzi pubblicitari”

Non potrà fare parte dei comitati, si legge ancora nella nota, “chi fosse, in qualsiasi forma, oggetto di condanna civile o penale”, quindi “sarà obbligatorio raccogliere le autodichiarazioni rilasciate dai membri del Comitato”. Inoltre, “per salvaguardare la dimensione comunitaria della festa, preservandola da possibili equivoci e strumentalizzazioni, non possono far parte del Comitato persone che ricoprano incarichi e ruoli di valenza politica o amministrativa a livello comunale o a qualsiasi altro livello civile”.

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