Incontro Letta-Calenda. Pd: “Si proceda senza veti”

In ballo l'alleanza per arginare alle elezioni l'avanzata del centrodestra

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto Enrico Letta

ROMA – Col passare delle ore appare sempre più difficile assistere alla fumata bianca che dovrebbe levarsi dall’incontro alla Camera tra il leader del Pd, Enrico Letta, e quello di Azione, Carlo Calenda. In palio la decisione se correre insieme alle prossime elezioni del 25 settembre e porre, per quanto possibile, un maggiore argine alla vittoria del centrodestra, o lasciare al ‘nemico’ campo libero senza opporre resistenza.

L’accusa

L’oggetto del contendere tra i due segretari sta nella richiesta di Calenda a Letta di non candidare personalità “invotabili” come Fratoianni (Sinistra italiana), Bonelli (Verdi) e Di Maio (Impegno civico). Ma dal Pd è arrivata secca la risposta: “Per fare nascere un campo di forze democratiche e civiche: si proceda, senza veti reciproci, a costruire un’alleanza che prosegua nel forte impegno europeista dell’esecutivo guidato da Draghi”.

Accordo svanito

E Letta ha poi aggiunto contrariato: “Tre giorni fa io e Calenda ci eravamo stretti a mano e ci siamo messi d’accordo su una strada, ma se tutto salta tre giorni dopo allora vuol dire che stringersi la mano non serve a niente. Ci eravamo accordati per le candidature di Fratoianni, Bonelli, Di Maio, Gelmini e Carfagna sull’uninominale. Poi non ho capito che cosa sia successo, non so perché abbia fatto saltare quell’intesa”. Accusa rifiutata dal leader di Azione.

L’intervento mediatore

Tra i due è intervenuta la leader radicale, Emma Bonino in qualità di paciere: “Penso che gli elettori siano stufi marci di questi retroscena, di cose che lui ha detto e l’altro ha ripetuto. Mi annoio io, figuriamoci loro. È inaccettabile – ha concluso – dare un voto in più alla destra putiniana”.

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