Industria: rallenta la produzione. Per Upb ancora effetti avversi se persiste inflazione

L'ultima fotografia dell'Istat restituisce un quadro della produzione industriale in calo dello 0,6% a ottobre rispetto a settembre, anche se la crescita nel trimestre tiene, con un aumento dello 0,6% tra agosto e ottobre.

MILANO – L’ultima fotografia dell’Istat restituisce un quadro della produzione industriale in calo dello 0,6% a ottobre rispetto a settembre, anche se la crescita nel trimestre tiene, con un aumento dello 0,6% tra agosto e ottobre.

L’indice destagionalizzato mensile su base congiunturale riporta una crescita solo per l’energia (+2,3%), e come osserva l’Ufficio parlamentare di bilancio nel suo Rapporto sulla politica di bilancio del 2002, “l’aumento dell’inflazione in atto, sospinto al momento dal rincaro dei beni energetici dalla carenza di semilavorati, potrebbe risultare più persistente di quanto prefigurato dalle banche centrali”.

Lo stesso indice destagionalizzato mensile diminuisce invece per i beni intermedi (-0,8%), i beni di consumo (-0,9%) e i beni strumentali (-1,4%). Su base annua la produzione a ottobre è aumentata del 2,0% al netto degli effetti di calendario. Va tenuto conto che quest’anno ottobre ha contato 21 giorni lavorativi contro i 20 dell’ottobre 2020. Sempre su base annua, si registrano incrementi per i beni intermedi (+3,4%), i beni di consumo (+2,7%) e l’energia (+1,8%), mentre diminuiscono lievemente i beni strumentali (-0,1%).

L’Istat mostra come i settori di attività economica che registrano gli incrementi tendenziali maggiori sono la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+20,4%), l’industria del legno, della carta e stampa e le industrie alimentari, bevande e tabacco (+5,6% per entrambi i settori) e la fabbricazione di macchinari e attrezzature non classificate in altre categorie (+5,0%). Flessioni tendenziali si registrano nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-13,2%), nelle attività estrattive (-7,5%), nella fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (-4,9%) e nelle altre industrie manifatturiere (-1,9%).

Secondo l’Upb, se persistente, “l’aumento dei prezzi intaccherebbe il potere d’acquisto delle famiglie e potrebbe attivare una reazione della politica monetaria, con effetti avversi sull’attività economica”.

LaPresse

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