Ingiusta detenzione, risarcito l’ex consigliere comunale di Castelvolturno

Riconosciuto a Giuseppe Gravante dopo l'assoluzione

Prima venne arrestato perché colpito da ordinanza di custodia cautelare in carcere e dopo 14 giorni il Giudice per le Indagini Preliminari Pietro Carola di Napoli lo scarcerò per insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, a seguito dell’interrogatorio di garanzia. Successivamente il Giudice dell’Udienza Preliminare di Napoli si convinse della sua innocenza e ne definì la posizione processuale con una sentenza assolutoria. Questo accadde, nella primavera 2012, a Giuseppe Gravante, 61enne ex consigliere comunale di Castelvolturno.

Giuseppe Gravante

Ora la Corte di Appello di Napoli, Ottava Sezione Penale, presieduta dalla dottoressa Rosa Maria Caturano, ha riconosciuto l’ingiusta detenzione all’ex politico castellano e gli ha concesso un risarcimento di 10mila euro per il periodo di carcere ingiustamente subito dal 22 febbraio al 6 marzo 2012. Accolte in pieno, dopo ben 9 anni dai fatti, le richieste dei suoi difensori, gli avvocati Raffaele e Gaetano Crisileo. Per la cronaca Giuseppe Gravante rimase coinvolto nell’operazione denominata “Green Domitia Village” quando vennero arrestate numerose persone dell’Agro Aversano e vennero anche sequestrati, a Lago Patria, ben 181 appartamenti, ritenuta dagli inquirenti una colata di cemento fuorilegge in riva al mare. Un sequestro di beni che ammontava a quasi 300 milioni delle vecchie lire. Nell’inchiesta dell’Antimafia di Napoli furono colpiti funzionari della Prefettura, uomini dello Stato, ritenute presumibili gole profonde di notizie coperte dal segreto. Il messaggero di quelle notizie, consegnate a un presunto sindaco colluso dell’Agro Aversano, secondo l’ipotesi degli inquirenti, era un insospettabile alto ufficiale. Nell’operazione vennero coinvolte anche vari amministratori comunali. Nell’elenco dei 14 arrestati, su ordinanza di custodia emessa dal gip Carola (ma il totale degli indagati raggiungeva la quota di 43) comparivano diversi ex sindaci sempre dell’hinterland aversano e due ex consiglieri comunali di Castelvolturno tra cui appunto Giuseppe Gravante. I due ex politici castellani venivano accusati di aver contribuito a far rilasciare concessioni e autorizzazioni amministrative falsate per favorire gli interessi degli imprenditori edili vicini ai clan dei Casalesi. Gli veniva contestato il concorso esterno nell’associazione camorristica facente capo al clan dei Casalesi fazione Bidognetti nonché il reato di falso aggravato dalla finalità mafiosa per aver favorito il clan. Vennero, in quell’occasione, arrestati anche i costruttori che avevano edificato il Domitia Village, un complesso immobiliare con centro benessere, piscine, centri commerciali, strutture sportive, creato – secondo l’ipotesi della Procura Distrettuale Antimafia di Napoli – per consentire il riciclaggio di denaro.
L’ordinanza portava la firma del gip partenopeo Carola che dispose anche il sequestro di altri 329 appartamenti, terreni per 400mila metri quadrati, un capannone con maneggio, 100 box per cavalli, 4 lidi balneari oltre a 213 conti bancari e 15 tra società e quote. Il mega blitz venne effettuato dalla Guardia di Finanza. Ora, a distanza di 9 anni dai fatti, viene resa giustizia a Giuseppe Gravante con il riconoscimento di un indennizzo, di ben 10mila euro, come risarcimento del carcere ingiustamente patito per 14 giorni.

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