Berlusconi vuole vietare le intercettazioni, ma dimentica il caso ‘Fassino’. E nel ‘Ruby ter’ la Rossi è pronta a risarcire le ‘olgettine’

L'ex premier ci riprova: vuole imbavagliare la stampa. Ma solo tre anni fa fu condannato (e poi prescritto) per aver diffuso conversazioni tra l'ex leader dei Ds e Consorte: "Abbiamo una banca"

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

ROMA – All’epoca il suo placet fu determinante per la pubblicazione di intercettazioni segrete. Per tale ragione è stato prima condannato e poi prescritto. L’ex Cavaliere ha dovuto persino risarcire con 80mila euro la persona intercettata. Oggi però Silvio Berlusconi la pensa diversamente.

L’ex Cav: “La norma va cambiata”

“La norma va cambiata – ha detto Silvio -. Nessuna intercettazione deve poter essere resa pubblica”. Negli ultimi venticinque anni l’ex premier si è espresso più volte contro le registrazioni telefoniche usate dagli inquirenti. Il ddl presentato nel 2008, cioè la famigerata legge Bavaglio, rappresenta forse il tentativo più avanzato di ridurre il loro utilizzato. E alla base del suo piano più o meno c’è stata sempre la stessa motivazione : la tutela della privacy.

Fassino a Consorte: “Abbiamo una banca”

Mai però l’ex cavaliere si era spinto a ipotizzare il divieto assoluto di pubblicazione. E dire che lui dovrebbe essere un esperto di intercettazioni segrete finite comunque sui giornali. Berlusconi ha infatti collezionato una prescrizione per rivelazione di segreto di ufficio in concorso. Una vicenda che lo stesso ex premier sembra aver dimenticato. Era l’ultimo giorno del 2005 quando il quotidiano Il Giornale, edito dal fratello Paolo, pubblicava l’ormai notissimo testo dell’intercettazione tra Piero Fassino e Giovanni Consorte. “Abbiamo una banca“, diceva l’ex segretario dei Ds all’allora amministratore delegato di Unipol. Erano i giorni in cui si preparavano le politiche del 2006 e quell’intercettazione aveva trascinato tra le polemiche Fassino e tutto il centrosinistra.

“Silvio ascoltò e disse: caz…”

A sostenerlo sono i giudici che hanno prima condannato e poi considerato prescritto Berlusconi. L’intercettazione Fassino-Consorte, infatti, era piena di omissis perché considerata irrilevante dagli investigatori. Alla vigilia di Natale del 2005, però, quella registrazione venne portata ad Arcore. Quando sentì le voci, il presidente spalancò gli occhi e fu molto presente. Ascoltò  ‘abbiamo una banca’ e tutto il far di conto dei due. L’apoteosi fu quando sentì l’allora segretario dei Ds che raccomandava all’allora presidente di Unipol di ‘preparare un bel piano industriale, affinché non sembrasse un’operazione politica’. Ci fu una gran risata e il presidente uscì con un’espressione colorita: “Caz…”.

Silvio condannato e prescritto per la vicenda

Per quella vicenda Berlusconi è stato condannato in primo grado a un anno per concorso in rilevazione di segreto d’ufficio e poi prescritto in appello. “È indubbio che il placet” dell’ex premier ha avuto “efficacia determinante ai fini della pubblicazione della notizia”, scrisse la Cassazione motivando la sentenza con la quale il 31 marzo 2015 aveva confermato la prescrizione per i fratelli Berlusconi.

Ruby ter, Forza Italia tratta il risarcimento alle ‘olgettine’

Novità nel frattempo al Ruby ter, il processo in cui l’ex presidente del Consiglio era accusato sempre di avere corrotto, in cambio di una testimonianza più soft sulle ‘cene eleganti’, altre quattro ospiti delle serate. Si parla di 400mila euro per Aris Espinosa, Elisa Toti, Miriam Loddo e Giovanna Rigato. La senatrice di Forza Italia Mariarosaria Rossi vuole infatti risarcire le ragazze presunte danneggiate dal ‘bunga bunga’. Il processo è stato rinviato al 14 novembre, anche per dare spazio alle trattative in corso tra le parti.

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