Lavoro, M5S: Pd difende precariato, dovrebbero vergognarsi

"Stentiamo a credere che dopo l’approvazione di un decreto che ha avuto il merito di contrastare la precarietà, ancora il PD si permette di rilanciare dati parziali per cercare di attaccare il Dl dignità.

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse
Roma, 24 set. (LaPresse) – “Stentiamo a credere che dopo l’approvazione di un decreto che ha avuto il merito di contrastare la precarietà, ancora il PD si permette di rilanciare dati parziali per cercare di attaccare il Dl dignità. È assurdo che un partito che dovrebbe teoricamente difendere i diritti dei lavoratori, si ostini invece a difendere il lavoro precario. Dovrebbero semplicemente vergognarsi”. È quanto affermano in una nota le capigruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Lavoro al Senato e alla Camera dei deputati, Susy Matrisciano e Maria Pallini. “Già durante la discussione degli emendamenti al decreto l’opposizione aveva tirato in ballo stime discutibili sulla possibile perdita di posti di lavoro. Ciò senza considerare lo scenario macroeconomico nel suo complesso e le strategie aziendali di lungo periodo che determinano davvero le scelte in materia di assunzioni. Inoltre, è bene ricordare che nel decreto ci sono incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato, cioè passi concreti verso la stabilizzazione”.

proseguono le portavoce:

“Ribadiamo, non esiste alcuna incertezza normativa nel decreto dignità. Abbiamo previsto un periodo transitorio fino al 31 ottobre per agevolare lavoratori e imprese e contratti già in essere. La linea tracciata, però, è ben definita: contrastare anni e anni di politiche che hanno condannato i lavoratori all’instabilità. Invece di pensare al futuro dei giovani, il Partito Democratico ha di fatto avvantaggiato chi ha voluto arricchirsi sfruttando il precariato. Ma quel tempo è finito. Continueremo su questo percorso di sostegno alle fasce più deboli e lo faremo già con questa legge di bilancio in cui inseriremo il reddito di cittadinanza, misura preziosa per non rimanere indifferenti di fronte a milioni di persone che vivono oggi sotto la soglia della povertà”, concludono.

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