Ipotesi apertura a giugno per cinema e teatri. Il Governo stoppa le Regioni: “No fughe in avanti”

Foto Valerio Portelli / LaPresse Nella foto: esterni di Palazzo Chigi

ROMA – Da giugno, con le dovute precauzioni, cinema e teatri potranno riaprire i battenti. E’ l’ipotesi alla quale lavora il Governo sulla base delle indicazioni arrivate dal Comitato tecnico scientifico. I tecnici, viene spiegato, sono d’accordo nell’attuare protocolli molto “rigidi e restrittivi” come quelli già previsti per le messe, con misure di sicurezza stabilite al dettaglio. In questo caso a essere disciplinate sarebbero la distanza tra gli spettatori e le modalità di ingresso in sala, come pure le postazioni sul palcoscenico degli attori o dei componenti di un’orchestra. Sulla data di riapertura, in realtà, non c’è ancora certezza e molto dipenderà dalla curva dei contagi: “Potrà essere fine maggio, inizio giugno o anche slittare a metà mese”, la linea del Governo.

Intanto, continua il pressing delle Regioni sul Governo per accelerare le riaperture a partire dal 18 maggio. Da Nord a Sud è comune il rispetto per il lavoro della comunità scientifica, ma gli amministratori premono per avere certezze da poter dare a negozianti e imprenditori. “Abbiamo chiesto di avere autonomia decisionale, laddove sia possibile chiediamo che si possa andare ad anticipare una road map – insiste Stefano Bonaccini –  Se bar o ristoranti o parrucchieri, anziché aprire il primo giugno, partissero il 18 maggio sarebbe una cosa buona”. Tanti i Governatori, però, che sarebbero pronti a rialzare le serrande da lunedì.

Il Governo predica cautela

E’ Roberto Speranza, ancora una volta, a dare l’alt: “Dobbiamo gestire con grande attenzione e gradualità la fase delle riaperture. Nessuna fuga in avanti, ci vuole ancora tanta responsabilità altrimenti finiremo col vanificare i sacrifici fatti finora. Dobbiamo ascoltare i nostri scienziati e il monitoraggio costante che si sta facendo. Solo tra qualche giorno misureremo esattamente gli effetti delle aperture fatte finora”.

Il ministro della Salute, insieme a Giuseppe Conte e Francesco Boccia è in attesa dei  delle linee guida e dei protocolli di sicurezza dell’Inail e del comitato tecnico scientifico che riguardano gli esercizi commerciali, ma anche bar, ristoranti, parrucchieri e centri estetici.

Il pacchetto, al quale dovrebbe aggiungersi anche un nuovo documento della task force guidata da Vittorio Colao, è atteso per il 12-13 maggio. “Se queste indicazioni arriveranno e si potrà aprire in sicurezza così come è stato per la manifattura e le costruzioni – è la linea – le Regioni potranno decidere in autonomia cosa aprire, senza aspettare il primo giugno, in base alle specifiche condizioni epidemiologiche locali”.

Il braccio di ferro, comunque, è quotidiano. Oggi, la ‘scazzottata’ è arrivata con il Consiglio provinciale di Bolzano che ha approvato ieri notte un’ordinanza che accelera la Fase 2 in Alto Adige, permettendo la riapertura, da oggi, ai negozi, mentre lunedì toccherà a parrucchieri, bar, ristoranti e musei. Immediata la risposta del Governo, che ha impugnato il provvedimento “limitatamente alle parti in contrasto con le regole sulla sicurezza sul lavoro”.

I proprietari degli esercizi commerciali, i lavoratori e tutti i clienti, spiega Boccia, “hanno il diritto di vedere garantita la loro incolumità sulla base di prescrizioni scientificamente validate a livello nazionale dal Ministero della Salute. Pochi giorni di attesa non possono giustificare un rischio sulla salute pubblica, tutti vogliamo ripartire, ma in sicurezza; le riaperture senza le indicazioni Cts-Inail risultano improvvide”.

Resta sul piede di guerra il Governatore del Veneto Luca Zaia

“Non c’è programmazione. Se il Governo dicesse che si apre il 18 maggio tutti accenderebbero i motori. Ma potrebbe presentarsi Conte sabato sera  e fare un Dpcm che chiude altre due settimane. Siamo in un’area di incertezza paurosa. Anche la comunicazione è importante”, attacca. Anche Giovanni Toti lamenta mancate risposte: “Al momento non abbiamo avuto feedback sulla richiesta che abbiamo fatto come Regioni per riaprire il commercio al dettaglio già da lunedì 11 maggio – dice – L’obiettivo della riapertura complessiva è più  il 18 maggio che non prima, anche se non escludo che anche la settimana prossima qualcosa possa riaprire”.

Rimane cauto Nicola Zingaretti, che sceglie di procedere “in linea con il Governo”. “Se non ci sono ‘fiammate’ entro il 18 maggio riapriremo tutto”, si limita a dire Vincenzo De Luca, mentre Michele Emiliano prevede in Puglia la riapertura di parrucchieri e centri estetici già dal 18. Plaude Jole Santelli, governatrice della Calabria finita nel mirino del Governo per l’ordinanza che consentiva a bar e ristoranti di utilizzare i tavolini all’aperto. “Condivido lo spirito dell’ordinanza del presidente Emiliano – dice – Mi auguro che il Governo comprenda che queste scelte non sono il frutto di una volontà di fare un braccio di ferro, ma al contrario rappresentano una richiesta di ascolto e di aiuto”.

La linea del Governo, viene spiegato, verrà discussa in un incontro tra i ministri che si terrà nei prossimi giorni, cui seguirà poi una nuova cabina di regia Governo-Regioni. (LaPresse)

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