La Bonino insegna a Renzi come si fa a mangiare il pop corn

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto Matteo Renzi

E’ una questione di stile. La Bonino ce l’ha, Renzi lo sogna. Quando il piccolo Matteo perse le Politiche del marzo 2018, annunciò, imbronciato, di volersi mettere a mangiare pop-corn sul divano. Disse che il governo che stava nascendo tra Lega e M5S avrebbe avuto vita breve, e quindi bastava mettersi comodi e assistere alla loro disfatta. Ma ieri, proprio quando serviva, Renzi ha deciso di posare quel sacchetto di pop-corn e di scendere di prepotenza nell’arena parlamentare… per fare cosa? Per votare insieme alla Lega e praticamente consentire al governo di sopravvivere! Chi lo capisce è bravo (o malpensante). Ieri mattina in Senato, sulla questione Tav, Emma Bonino aveva provato a spiegare al piccolo Renzi come stavano le cose, ma il suo appello a non partecipare al voto è rimasto lettera morta: se veramente il Pd voleva mandare a casa il governo bastava si limitasse a rimanere comodo sul divano a mangiarsi quei benedetti pop-corn, invece i Dem si sono sbrodolati di nuovo. Sulla mozione no-Tav, la saggia Bonino aveva cercato di spiegare ai parlamentari renziani, che sarebbe stato più coerente (e non solo per loro, ma per tutte le opposizioni), lasciare che M5S e Lega si scannassero da soli. Bastava uscire dall’Aula al momento del voto e far così passare a maggioranza la mozione no-Tav del M5S, con i soli voti contrari della Lega. A quel punto il governo si sarebbe trovato nell’imbarazzante posizione di sconfessare se stesso, visto che solo pochi giorni prima si era espresso ufficialmente per il sì-Tav il premier Conte. E invece no: anche questa volta, con la solita e mirabolante politica incoerente, il Pd ha votato, insieme alla Lega, contro la mozione. Insomma, i pop corn li sa mangiare meglio la Bonino. Renzi e il Pd quei pop-corn se li mandano regolarmente di traverso. E sono stati anche capaci, dopo aver votato insieme a Salvini, con la solita faccia tosta (e unta), di chiedere al premier Conte di rassegnare le dimissioni: “Dopo questo voto vada dal presidente Mattarella a rimettere il mandato”… Ma come??! Bastava seguire il galateo della saggia Bonino e il gioco era fatto, la crisi di governo sarebbe stata conclamata. Ma evidentemente, come ormai hanno capito tutti, nessuno vuole andare al voto. Non ci vogliono andare i Cinque Stelle, ormai in fase discendente nel gradimento degli italiani; non ci vuole andare Salvini, schiacciato all’angolo dalle inchieste giudiziarie, e non ci vuole andare nemmeno il pattuglione dei parlamentari dem composto all’80 per cento da fedelissimi del fu Renzi. Vogliono tutti ‘spremere’ fino all’ultimo questa legislatura che per molti di loro pare proprio essere l’ultima. Viene quasi da pensare che ci stia vedendo lungo solo il buon vecchio ex cavaliere Berlusconi, che invece di mangiarsi i pop-corn si sta apparecchiando una sostanziosa tavola da re: mentre Renzi svuota quel poco di consenso che è rimasto al Pd e mentre i Cinque Stelle si ammazzano tra di loro, sarà lui a presentarsi al voto con più energie, magari portando alle urne quella federazione Brancaleone di partiti e partitini che sta già mettendo in fila sguinzagliando a destra e a manca i suoi Toti e le sue Carfagne. Non per niente proprio ieri Silvio ha ribadito l’auspicio di elezioni anticipate. Intanto oggi Conte terrà una conferenza stampa: buona visione.

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