La Fase 2 inizia senza scossoni, un primo giorno ordinato

ROMA – Buonsenso e rispetto delle regole, così in sintesi è iniziata e finita la prima giornata della tanto attesa Fase 2. L’Italia si risvegliata portandosi sulle spalle il peso di un lockdown durato quasi due mesi. E in questo 4 maggio della ‘nuova normalità’ a prevalere è un senso di attenzione e prudenza. Dalle stazioni ai mezzi pubblici, dai parchi alle strade. “L’emergenza non è finita”, lo slogan ripetuto in coro da politici e scienziati, sembra esser entrato nella testa degli italiani.

 Uno dei principali punti interrogativi riguardava la gestione dei trasporti nelle grandi metropoli. A Milano la metro è tornata a popolarsi ma, anche negli snodi nevralgici come Cadorna o Duomo, non si sono registrate particolari criticità. Anche perché, sottolinea Trenord, nel primo giorno della fase2 si è registrata una affluenza pari al 25% delle frequentazioni pre Covid-19. Con picchi del 30% su alcune corse nelle ore di punta.

Discorso simile per Roma, dove eccezion fatta per qualche coda sul Grande Raccordo Anulare la situazione è rimasta sotto controllo sui bus (1300 mezzi in servizio) e in metropolitana. Flussi di passeggeri contenuti anche a Torino, dove la Gtt ha rilevato un carico non superiore al 20% su tutte le linee, e ancora minore in metro (vicino al 10%). Le persone hanno rispettato le norme in vigore, dal distanziamento all’uso dei dispositivi di protezione, dalle banchine alla strada. Tanto che non si segnalano interventi delle forze dell’ordine.

“La situazione è ampiamente sotto controllo – ha sottolineato il sindaco di Milano Beppe Sala parlando dalla sede operativa dell’Atm. Siamo partiti bene anche se i numeri aumenteranno nei prossimi giorni. La preoccupazione per la ripartenza c’era, ma il servizio è stato buono e i milanesi si sono comportati in modo diligente”. Nella Capitale, invece Virginia Raggi guarda oltre e spiega di essere al lavoro per promuovere un sistema di navette.

L’idea è quella di “creare delle convenzioni” in modo che “i dipendenti pubblici e delle grandi aziende possano provare un’alternativa al trasporto pubblico come lo conosciamo. Con tappe dedicate che raccolgano le persone in determinati punti”. Il Ministero dell’Economia farà da apripista in tal senso. A Torino, poi, Chiara Appendino sottolinea di aver “lavorato sugli orari della citta’. Per cercare di evitare i picchi” ma al tempo stesso si è appellata al “senso di responsabilità da parte dei cittadini” in questo primo passo”.

 L’altra incertezza attorno al quale ruotava la prima giornata della fase2 era legata al flusso di persone nelle stazioni pronte a partire da Nord verso il Sud per tornare a casa. Anche in questo caso, a parte qualche inevitabile coda a Milano Centrale, tutto è filato liscio: attesa ai controlli, termoscanner, verifica delle autocertificazioni da parte degli agenti di polizia. Il tutto all’insegna del distanziamento sociale. Complessivamente da e per le principali città italiane hanno circolato 3.800 regionali, a cui si aggiungono 12 Frecce e 6 InterCity. L’offerta regionale ha avuto un incremento di circa il 25% rispetto alla scorsa settimana, passando da circa 2mila corse a 3.800. Sui questi convogli hanno viaggiato circa 190mila persone (+8% rispetto alla scorsa settimana), cifra che corrisponde al 13% dei passeggeri del periodo prima dell’emergenza.

Il riempimento medio dei treni regionali è pari al 15%, già calcolato in base alla nuova disponibilità al 50% di posti a sedere. Le persone in viaggio sui treni a media e lunga percorrenza, 12 Frecce e 6 InterCity, sono circa 4.300, circa il doppio dei viaggiatori rispetto alla scorsa settimana. Il Frecciarossa delle 7.10 partito dal capoluogo lombardo con destinazione Napoli (dove si è registrato un aumento del traffico lungo la tangenziale e una ‘invasione’ di runner sul lungomare) e 192 passeggeri a bordo -complice la capienza ridotta del 50% – è giunto a destinazione attorno a ora di pranzo, primo dei tre convogli attesi questo lunedì. Nessuno dei passeggeri si è messo in viaggio con una temperatura superiore ai 37,5°, evitando così un ricorso ai test istantanei come previsto dalle norme. Primi passi verso la convivenza con una nuova normalità.

Alberto Zanello (LaPresse)

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