La passerella di Conte tra le macerie 5 Stelle

L’ex premier accanto a Manfredi a Napoli senza invitare gli eletti grillini del territorio. Muscarà: “Base ignorata, situazione incancrenita”. Aversano: “Serve un confronto”

NAPOLI – Giuseppe Conte sbarca a Napoli pronto per l’usuale passerella accanto al candidato sindaco di M5S-Pd-Leu-Iv e deluchiani Gaetano Manfredi. Ma non gli basterà sfoderare il sorriso migliore, probabilmente reso invisibile dalla mascherina, per ricucire lo strappo che si è creato con i dissidenti campani che restano sul piede di guerra e preparano candidature e liste alternative. Il caso più eclatante è quello napoletano, ma a Caserta non va meglio. Nel codazzo al seguito dell’ex premier non ci saranno i consiglieri comunali di Napoli Matteo Brambilla e neanche Marta Matano, né i municipali o gli attivisti che l’alleanza giallorossa e diktat romani sulle Amministrative continuano a non digerirli. ‘Giuseppi’, leader in pectore per volere dei ‘big’, ma ancora non benedetto dal voto degli iscritti, ha davanti a sé una strada tutta in salita e qualsiasi decisione avrà i suoi effetti collaterali. C’è da mettere in conto una battaglia sul simbolo. A Napoli dove con l’appoggio del consigliere regionale Marì Muscarà (a sinistra), Brambilla e altri grillini eletti e non stanno lavorando a liste proprie, far finta che nulla stia succedendo non è una decisione saggia.

C’è da chiedersi se Conte è a conoscenza di quanto sta succedendo e del ‘mancato invito’ all’evento di oggi dei dissidenti. “Nessuno dei comunali e dei municipali è stato invitato – ha spiegato Muscarà – Gli eletti di Napoli non hanno conoscenza di questa cosa come non avevano conoscenza degli incontri di Posillipo, tutto è veicolato soltanto tramite gli articoli di giornali che ne sanno più di noi. Probabilmente si stanno delineando il futuro di Napoli utilizzando il nome M5S Napoli senza che il M5S Napoli abbia conoscenza di ciò. Ormai la situazione è talmente incancrenita che sarebbe stato assurdo immaginare che Conte si accorgesse dei comunali e degli eletti napoletani. Probabilmente a lui stesso non sono state date le informazioni giuste – insinua il dubbio – Troverà qualcuno di qualche provincia della Campania e immaginerà di parlare con i napoletani. Peccato, peccato per lui. Di fatto so che Conte è l’ex presidente del Consiglio, un valente avvocato stimatissimo professore universitario ma ancora non so a che nome parla con Manfredi, né Manfredi chi lo ha ‘nominato’. Stiamo logorando lo spirito del M5S, si è scelto di non far decidere né la base né la città”.

Se Conte da leader quale è non riesce a ricucire lo strappo, la lotta per il simbolo si fa più concreta. A detenere il logo con le 5 Stelle sarà il nuovo Movimento contiano o quello vecchio a cui rivendicano di appartenere essendo stati eletti sotto quella bandiera i dissidenti? Si proceda nell’incertezza. A Caserta non va meglio: il M5S sta trattando con il sindaco uscente Carlo Marino, ma le forze di centrosinistra e il Pd non sono certi di volerli accogliere in coalizione. Fatto è che sui territori il pasticcio grillino è davanti agli occhi di tutti. Se i big non avessero deciso tutto nelle segrete stanze e avessero, come da regolamento oltre che decennale promessa, coinvolto la base, probabilmente i malumori si sarebbero risolti evitando di sfociare in un vero e proprio scontro. Ed è proprio sulla partecipazione che riflette il consigliere regionale di Terra di Lavoro Salvatore Aversano (a destra). “Auspico che il nuovo M5S punti sul coinvolgimento dei consiglieri comunali, municipali e anche regionali – ha spiegato – Dovrà esserci un confronto costante con chi i territori li vive realmente, senza filtri sovraregionali e sovrastrutture romane. Se si interagisce ascoltando solo chi i territori non li vive, non si può avere il polso della situazione. Mi auguro che Conte non abbia in mente di creare una segreteria romana perché questo comprometterebbe l’interazione vera con i cittadini. Io sono l’unico che è stato eletto partendo dalle retrovie, scavalcando diverse posizioni, grazie al lavoro fatto tra la gente, mettendoci la faccia e non per una tornata elettorale fortunata in cui i cittadini hanno promosso il simbolo. Il modello promosso da chi come me ha lavorato pancia a terra è stato promosso per questo – ha concluso Aversano – auspico che Conte vada in questa direzione”.

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