L’ecoballa di De Luca: “Rifiuti via”. Legambiente: “Tutto fermo da anni”

Terra dei Fuochi. Bonavitacola giustifica l’immobilismo: “Smaltiremo tutto entro il 2025”

NAPOLI (Diego Semola) – La Regione e il governo sono fermi mentre la Terra dei Fuochi è ancora lì, i roghi continuano imperterriti a distruggere la Campania, e l’ambientalismo è la nuova finta-bandiera di una politica ormai sorda. Per questi motivi Legambiente, proprio ieri, è scesa in piazza a Napoli per protestare e lanciare la propria proposta. Ma facciamo un breve passo indietro, perché poco prima del flash-mob di Legambiente, il vicegovernatore Fulvio Bonavitacola, fedelissimo di Vincenzo De Luca, ha lanciato l’ennesimo slogan sulla questione rifiuti.

E come un disco rotto, e ‘appezzottato’, tuona: “Ci hanno attaccato addosso – spiega il vice di De Luca a radio Crc – il marchio della Terra dei Fuochi. Negli anni passati abbiamo vissuto problemi, come quello dell’emergenza dei rifiuti, che però adesso è alle nostre spalle. C’è la moda di chiamarci terra dei veleni, dei fuochi, della criminalità. Il comandamento della nostra amministrazione invece è di contrastare le brutture ed esaltare le bellezze di questa straordinaria terra”. E poi la promessa, già sentita, sulle eoballe: “Sulle ecoballe va considerato che il finanziamento è stato reso concreto dal 2016 – si giustifica Bonavitacola – e abbiamo individuato tre filiere: il primo è quello del trasporto fuori regione che è in via di completamento. Il secondo pensato per la produzione di combustibile. Il terzo è l’impianto per la produzione di materiali riutilizzabili. Queste ultime due filiere hanno richiesto anni. Riusciremo a togliere tutto per la fine dei 5 anni del nostro secondo mandato”.

Mentre le promesse della Regione, nuove e antiche, giacciono nei meandri di Palazzo Santa Lucia, appena sotto alla sede regionale ieri andava in scena la protesta di Legambiente. Gli ambientalisti hanno puntato il dito tanto contro De Luca quanto contro Mario Draghi. “Il Pnrr inviato dal governo Draghi a Bruxelles dimentica le grandi aree da bonificare, i cui interventi di risanamento registrano ritardi insopportabili anche per quanto riguarda gli impatti sulla salute come dimostrano diverse indagini epidemiologiche”, racconta il presidente di Legambiente Stefano Ciafani. Inizia, dunque, la campagna itinerante ‘liberi dai veleni’ per mettere in luce mancate bonifiche e situazioni di inquinamento su cui i cittadini, da anni, aspettano risposte.

“Abbiamo gli strumenti della legge sui delitti ambientali – sottolinea Cifani – la legge 68 del 2015, che prevede anche il reato di omessa bonifica, da utilizzare sempre meglio. Vanno inoltre rafforzati e uniformati i controlli su tutto il territorio nazionale, con azioni di prevenzione e repressione”. In Campania lo stato di attuazione del decreto ‘Terra dei Fuochi’ del 2013 ha fornito un quadro, basato sui risultati delle analisi dirette, che vede il 65,86% delle aree sottoposte a indagini classificato come ‘idoneo alla produzione agroalimentare’, il 20% idoneo ma limitatamente a determinate produzioni agroalimentari in specifiche condizioni e il 12,5% da interdire a qualsiasi produzione agroalimentare o silvopastorale.

Nonostante questo quadro, ancora non si hanno informazioni sul decreto del ministero della Transizione ecologica per i valori caratterizzanti le acque ad uso irriguo. Dal 2014 a maggio 2020 sono stati individuati 5.288 siti di sversamento: 2.242 in provincia di Napoli e 3.046 in provincia di Caserta. “Stando al Piano regionale bonifiche della Regione Campania – specificano da Legambiente – ben cinque Aree Vaste (Masseria del Pozzo, Maruzzella, Lo Uttaro, Regi Lagni e Bortolotto) ricadono esattamente nell’ex Sin Terra dei fuochi: luoghi noti per le diverse inchieste condotte negli anni dalla magistratura” per le attività illegali che li hanno caratterizzati.

Dal 2003, anno in cui come Legambiente ha coniato il termine nel rapporto Ecomafia, si sono succeduti 11 governi nazionali e 5 a livello regionale senza “trovare – spiegano dall’associazione – un vaccino efficace contro il virus Terra dei Fuochi. Chiediamo che in quei territori vanga fatta davvero ecogiustizia a partire da una accelerazione seria, efficiente ed efficace della bonifica e con la chiusura del ciclo dei rifiuti”.

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