Legge di Bilancio: Letta chiama piazza e Conte promette battaglia. Domani contromanovra Terzo polo

Foto Cecilia Fabiano / LaPresse Nella Foto: Enrico Letta

Uniti contro la manovra, divisi sulla strategia da mettere in atto per contrastarla, o per lo meno pronti a litigare per chi si oppone prima, meglio, più forte. Pd, M5S e Terzo polo bocciano all’unisono la prima legge di bilancio targata Meloni, ma resta lontana la possibilità di fare fronte comune.

“Sabato 17 la nostra manifestazione contro una manovra improvvisata e iniqua. Inadeguata rispetto al rischio recessione e all’impennata dell’inflazione. Lo avevamo anticipato nella nostra Assemblea di sabato. Ora, dopo le decisioni di ieri lo confermiamo con ancora più convinzione”, scrive su Twitter il segretario del Pd Enrico Letta ancor prima che Giorgia Meloni inizi a spiegare il provvedimento in conferenza stampa.

Il segretario dem rivendica di aver fissato già sabato scorso la tre giorni di mobilitazione contro le disuguaglianze, il carovita e i salari in picchiata. “Non rincorriamo nessuno”, è la linea, dopo che già ieri Giuseppe Conte aveva annunciato la piazza e, sarcasticamente, aveva detto: “Vedremo se saremo i soli o se altre forze politiche risponderanno ‘presente'”, aggiunge. Non ci sono contatti in corso per unire il fronte, almeno per il momento.

Da Carlo Calenda, che domani presenterà la ‘contromanovra’ di Azione, arrivano subito le frecciatine: “Enrico, fare manifestazioni contro la manovra senza proporre un’alternativa è esattamente l’opposizione che la destra si augura di avere. Vi manderemo il documento di dettaglio sulle proposte per una contromanovra più equa e giusta. Lavoriamoci insieme”, scrive su Twitter il leader di Azione.

Dal Nazareno tirano dritto: “La manovra è inadeguata e iniqua”, è la linea di chi lavora alle controproposte: pacchetto energia con contratti di fornitura a prezzi calmierati, salario minimo, taglio del cuneo con l’introduzione di una franchigia progressiva fino a mille euro sui contributi Inps a carico dei lavoratori, equo compenso per gli autonomi.

Annuncia “battaglia” Giuseppe Conte. “Questo Governo ha voluto mostrare i muscoli solo contro una fascia ristretta di popolazione: spaccia vigliaccheria per coraggio, confonde la prudenza con l’ignavia – attacca il leader M5S – Vuole togliere al Paese l’unico sostegno che non ha mandato per strada milioni di persone in estrema difficoltà e lavoratori che pagano lo scotto di stipendi da fame che non consentono nemmeno di fare la spesa. Se vogliono mandare fuori strada gli ultimi, troveranno un muro. Non possiamo permettere un massacro sociale”, avverte, prendendo di mira, dopo averlo fatto con la “prudenza draghiana”, “l’austerity meloniana””.

L’ex premier potrebbe mettere in agenda una serie di incontri con le parti sociali per mettere a punto una battaglia che non sia solo nelle piazze ma anche in Parlamento. Cauto ma comunque pungente Matteo Renzi: “Finché non vediamo il testo, ovviamente, il giudizio è sospeso. Da quello che si legge sulle anticipazioni, tuttavia – scrive nella sua enews – sembra una manovra tutta chiacchiere e distintivo”.

Meloni, in ogni caso, tira dritto: “Io sono sempre stata coerente, siamo stati votati perché questo è scritto nel programma e la sinistra ed M5s faranno opposizione. Capisco il punto di vista di Conte, a Letta faccio notare che il Pd aveva votato contro il Reddito di cittadinanza ma figuratevi se mi faccio spaventare dalla manifestazione di piazza – taglia corto – sono un pezzo importante della democrazia”.(LaPresse)

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