Legittima difesa, il M5S tradisce e Fi tenta il riavvicinamento alla Lega

Grillini assenti in aula, l'approvazione della legge slitta a domani

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse 13-02-2019 Roma Politica Camera dei Deputati. Question Time Nella foto Luigi Di Maio, Matteo Salvini Photo Fabio Cimaglia / LaPresse 13-02-2019 Roma (Italy) Politic Chamber of Deputies. Question Time In the pic Luigi Di Maio, Matteo Salvini

Il governo gialloverde scricchiola e mentre il Movimento 5 Stelle si spacca sulla legittima difesa, impedendone l’approvazione in aula alla Camera, Forza Italia tenta il colpo gobbo dichiarando voto favorevole alla legge che, nei fatti, è del vicepremier leghista Matteo Salvini.

Gli assenti in aula

Ben 32 deputati pentastellati hanno deciso di non essere presenti in aula e di contrastare così l’approvazione del testo su cui si sollevano dubbi di incostituzionalità. Ma a sopperire alla loro mancanza ci pensano gli alleati storici della Lega. Sia Fdi che Fi sono favorevoli alla legge.

La prima prova tecnica di un governo di centrodestra?

Se Salvini e il vicepremier Luigi Di Maio non riusciranno a trovare un accordo sulla Tav, checché ne dicano, il governo del cambiamento subirebbe un contraccolpo non da poco. I berlusconiani ci sperano, sperano che Salvini stacchi la spina al governo e decida di ravvedersi e governare con il centrodestra. Per ora lo appoggiano sulla legittima difesa.

Il j’accuse

E’ la deputata Giusy Bartolozzi a lanciare accuse di inciucio ai pentastellati e al Pd. “Sulla legittima difesa – dice – abbiamo la riprova che una maggioranza in questo Parlamento c’è ed è quella tra Pd e M5S”. Ma che la posizione di dem e pentastellati sulla legge per la legittima difesa sia la stessa o meno, per Salvini cambia poco. “L’approviamo domani”. Il commento lapidario del vicepremier.

Maretta in Parlamento

Il M5S oltre a dover fronteggiare malumori interni, palesati con l’assenza dei deputati dall’aula, devono fare i conti anche con l’irrisolta questione Tav e le mozioni di sfiducia presentate da Fi e da Pd al ministro per le Infrastrutture Danilo Toninelli.

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