L’intervista. Annunziata: “Il patto con il M5S non è legge”

Il segretario del Pd Campania: “Alle Comunali avanti con gli uscenti, a Napoli un dem. Se vogliono i grillini si aggregano”

NAPOLI – Il Pd è stato messo all’angolo dalla richiesta dei renziani e dei Verdi di svolgere le primarie nel caso in cui non si individui un candidato unitario a Napoli dove, da mesi, è in corso una trattativa che vede protagoniste le forze di centrosinistra e il M5S. La bolla di entusiasmo nata attorno all’alleanza giallorossa ai tempi del governo Conte bis si è sgonfiata tant’è che tra le grandi città al voto in autunno, l’unica (con Bologna) in cui sopravvive il laboratorio pentapiddino è la città di Partenope. Ma questo non significa che l’alleanza tra dem e grillini sia vista di buon occhio da tutti, anzi. I partiti sono spaccati su posizioni contrapposte. All’interno del Movimento si respira aria di scissione con i dissidenti pronti a presentare liste di disturbo. In casa Pd il più scettico rispetto alla bontà dell’alleanza giallorossa è il governatore Vincenzo De Luca che non si può dire sia mai stato un fan dei grillini. Ma nonostante i malumori interni, la strada è tracciata e con la benedizione dei big romani, ultimo l’ex ministro Francesco Boccia, alle Amministrative le due forze politiche giocheranno dalla stessa parte. Certo è che quello a cui si deve ambire non è un’alleanza a tutti i costi. A pensarla così è il segretario regionale dem Leo Annunziata che per le Amministrative vorrebbe un’assunzione di responsabilità dei territori e che si ripartisse dall’ampia coalizione civico-politica che ha ottenuto la vittoria alle scorse Regionali assegnando a De Luca la vittoria contro il centrodestra.

Segretario, nelle grandi città che vanno al voto l’asse Pd-M5S sembra non reggere: a Roma e Milano nessuna intesa giallorossa. Probabilmente ci si ricompatterà ai ballottaggi. Perché Napoli fa eccezione e il laboratorio pentapiddino procede?

Non si tratta di reggere o no, penso che il Pd abbia il dovere partire, in tutte le città al voto, da quella che è stata la coalizione regionale e da lì aprire il dialogo con il M5S. Bisogna capire che il rapporto con i 5 Stelle è fluido, non è una forma immobile a cui attenersi, può andare bene se ci sono consonanze. Invito ad una riflessione e lo faccio da ex sindaco: le elezioni danno la misura del gradimento quantitativo. Che si vinca o si perda ci si assume la responsabilità. Il momento delle formule sta scadendo. Io ho espresso la mia posizione che è simile a quella del presidente De Luca che, dal mio punto di vista, è una posizione di buonsenso. La coalizione regionale ha raggiunto il 70% dei voti, si parte da là e si discute.

Eppure ciò che le contestano è proprio la mancanza di discussione. A Benevento la attaccano perché non convoca la direzione regionale. A Caserta resta il nodo sulla candidatura di Carlo Marino e sulle forze politiche che lo appoggeranno e a Salerno la discussione è appiattita sui desiderata di De Luca. La segreteria regionale è in una posizione marginale nonostante si vada al voto in queste città che sono capoluogo di provincia…

Io rispetto sempre le critiche anche se quando si è presenti si è criticati per la presenza e quando si dà autonomia si critica l’assenza, fa parte della politica. L’anno scorso, per le Regionali, da parte mia ci sono state entrambe le cose: presenza e assunzione di responsabilità. In questo caso è giusto che dai territori facciano lo stesso.

Aut aut dei renziani. Da Italia Viva chiedono di dire chiaramente se esiste un candidato unitario. Nel caso in cui non ci sia propongono di svolgere le primarie e mettono sul tavolo il nome di Migliore. La sua posizione?

Ho consigliato una linea, mi sono permesso di suggerire al Pd di assumersi la responsabilità del nome di sintesi da proporre a Napoli. Per quanto riguarda le altre città al voto, sono convinto che il partito debba ricandidare quelli in carica.

Il nome di sintesi è quello di Gaetano Manfredi?

Non discuto i nomi. Dico che noi siamo il primo partito del centrosinistra e non solo e quindi dobbiamo fare un nostro nome attorno al quale far convergere gli altri partiti. Il programma è pronto, il segretario Marco Sarracino ha fatto un grande lavoro.

C’è una questione spinosa rispetto alle liste civiche: pare che i deluchiani con Campania Libera in alcune realtà non saranno alleate del Pd, cosa già verificatasi in altre competizioni elettorali. Come vi regolerete rispetto a questo paradosso?

Questo non lo so. Penso che il civismo che si riconosce nel presidente sia nostro naturale alleato.

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