L’intervista. Oliviero: “Il Capo dello Stato non sarà un uomo di partito”

Il leader del Consiglio regionale è uno dei delegati per il voto del nuovo Presidente. “Diplomazie al lavoro per un’intesa istituzionale e per decidere il futuro del governo”

NAPOLI – L’elezione del presidente della Repubblica stressa i partiti. Riunioni, trattative, presunte mediazioni che fino ad ora hanno portato centrodestra e centrosinistra a restare bloccati in vicoli ciechi. Lega, Fdi e Fi rivendicano un presidente di area destrorsa per compensare decenni in cui il Quirinale si è tinto prima di rosso con Giorgio Napolitano per spostarsi verso il centrosinistra con Sergio Mattarella. Ovviamente Pd, M5S e Leu sono contrari e solo in questa fase rispolverano il concetto di ‘ampia condivisione’. Il problema è che sono in difficoltà rispetto all’individuazione di un nome da proporre. Nessuno gioca a carte scoperte e mentre la candidatura di Silvio Berlusconi si opacizza l’ipotesi di un passaggio di Mario Draghi da palazzo Chigi al Quirinale diventa sempre più concreta. Certo è che, in questo caso, c’è prima da assicurarsi che questo non comporti il voto anticipato. A votare il successore di Mattarella oltre ai parlamentari anche i grandi elettori, tra i campani c’è il presidente del consiglio regionale Gennaro Oliviero, che come il segretario del suo partito, il Pd, parla con Cronache di una personalità ampiamente condivisa.

Presidente lei è tra i grandi elettori che voteranno per il capo dello Stato. Fino ad ora il PD non ha espresso nomi ufficiali, ma i tempi stringono: quando deciderete chi sostenere?

Ho detto fin dal primo istante della mia designazione che sono orgoglioso di concorrere alla elezione del Presidente della Repubblica. Lo farò da uomo di partito e da garante dei bisogni di questa terra. In queste ore sono previste riunioni di partito e di coalizione, nel tentativo di trovare la quadra più avanzata possibile. Ricordiamoci che il Presidente della Repubblica non è un uomo di parte ma un garante della Costituzione.

Letta continua a dire che serve un accordo con il centrodestra nonostante il tentativo di Lega, Fdi e Fi di imporre un proprio nome. È d’accordo con la linea del segretario o pensa che dobbiate tentare il colpo gobbo come hanno fatto i destrorsi con Berlusconi o come faranno sacrificando il cavaliere?

Sono d’accordo con il segretario del PD per l’individuazione e la scelta di un nome condiviso e di garanzia per tutti. E’ evidente che ognuno fa la sua partita ma è pur evidente che dovendo riportare un consenso largo difficilmente il candidato potrà essere un uomo di parte o di partito.

Sempre Letta dice che serve un nome condiviso con Fi, Lega e Fdi ma non di centrodestra. Crede che Meloni e Salvini accetteranno un accordo simile? In caso contrario esistono personalità vicine al centrodestra che potreste sostenere?

L’elezione del Presidente della Repubblica comporta una cessione di quote di sovranità, non sempre il nome più atteso è quello poi eletto e sempre il Presidente è l’uomo della Repubblica vale a dire in questa direzione bisognerà lavorare per fare una sintesi superiore e di alto profilo istituzionale. Per ciò che ho detto gli esempi possono restare nel serbatoio delle aspettative o nei desiderata delle tifoserie. Da politico credo nella misura di un accordo ampio che vada incontro alla figura di più alto spessore.

È più plausibile un Draghi presidente della Repubblica o un Mattarella bis?

Tutte le ipotesi sono giuste, poi c’è il voto d’aula che riprodurrà l’immagine della figura istituzionale più rappresentativa e che farà sintesi di culture sui principi irrinunciabili della democrazia e della Costituzione.

Nel caso in cui la spuntasse Draghi si aprirebbe immediatamente la partita per sostituirlo alla guida di un governo. Sarebbe comunque un governo di tutti o pensa che in quel caso il voto anticipato sarebbe l’opzione migliore?

Anche qui rischiamo di fare accademia o mera demagogia affermando tesi e teorie che dovranno essere suffragate da fatti. Lasciamo che la discussione si compia ed avanzi nella direzione auspicata. C’è bisogno di un accordo istituzionale ed uno di governo. Non è detto che i due momenti viaggino insieme ed in sintonia. Per cui c’è bisogno sul serio di dare spazio alle diplomazie capaci di scremare la figura del Presidente di tutti.

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