Lo spread rivede i 160 punti, mercati nervosi. In asta salgono i tassi Btp

Molto dipenderà dal proseguo del dibattito sulla manovra e dalle reazioni dei mercati alla bagarre sui dazi tra Washington e Pechino

MILANO – Lo spread si affaccia di nuovo pericolosamente oltre quota 160 punti base. Il differenziale tra Btp e Bund tedeschi viaggia ai massimi da due settimane in scia alle turbolenze dei mercati portate dalle difficili trattative commerciali Usa-Cina. Appesantite dall’incertezza politica per gli scontri all’interno della stessa maggioranza sulla legge di bilancio. A fine giornata lo spread chiude a 159 punti base, con il decennale tricolore che si attesta all’1,23% sul mercato secondario, dopo essere arrivato a rendere fino all’1,24%. Le tensioni finiscono per riflettersi sulle aste del Tesoro. Via XX settembre vende infatti Btp e Ccteu al massimo della forchetta a 5,75 miliardi, con rendimenti in salita.

Salgono i tassi Btp

In particolare, per quanto riguarda il Btp quinquennale, sono collocati 2,25 miliardi di titoli, con domanda pari 1,29 volte l’offerta e tasso in aumento di 21 punti base allo 0,64%. Il decennale vede collocati 2,75 miliardi di titoli con domanda di 1,22 volte l’offerta e rendimento in aumento di 23 punti base all’1,29%. Cinque punti base sopra i massimi di giornata sul mercato secondario. Nell’asta dei Ccteu, armonizzati all’inflazione europea, vengono infine assegnati titoli per 750 milioni, con rapporto di copertura 1,75 e tasso in salita di 19 punti base allo 0,71%.

Le tensioni Usa-Cina

Per il momento la fiammata è circoscritta, ma molto dipenderà dal proseguo del dibattito sulla manovra e dalle reazioni dei mercati alla bagarre sui dazi tra Washington e Pechino. La Cina accusa Washington di avere “intenzioni sinistre” dopo che, nella serata di ieri, il presidente americano Donald Trump ha firmato la proposta Hong Kong Human Rights and Democracy Act of 2019. Trasformandola così in legge dopo l’approvazione del Congresso Usa. Le banche italiane osservano. Alla fine di ottobre avevano in pancia titoli di Stato nazionali per un controvalore pari a 405,471 miliardi di euro, secondo quanto si evince dalla rilevazione della Bce, per cui il valore è in leggera diminuzione rispetto ai 410,972 miliardi di fine settembre, il massimo da tre anni.

(AWE/LaPresse/di Lorenzo Allegrini)

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