L’ombra dei clan in Comune, ascoltati avvocati e dipendenti

Marano. La commissione d’accesso al lavoro

MARANO – E’ oltre un anno che il comparto di edilizia del Comune è finito sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori. Nel corso dei mesi, a colpi di blitz, i carabinieri hanno acquisito documentazioni su documentazioni. Ed entro fine mese le indagini potranno arrivare a una svolta che dalle parti di via Nuvoletta è fin troppo nota: lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche nell’Ente.

Uno scenario che non farebbe altro che aumentare la distanza, già confermata alle ultime elezioni, tra politica e cittadini, sempre più scoraggiati dalla cosa pubblica. Nei giorni scorsi gli 007 inviati dalla prefettura di Napoli per indagare su rilasci di pratiche concessioni, hanno ascoltato un avvocato convenzionato dell’Ente, dipendenti del Comune ed ex funzionari. E’ un mosaico investigativo difficile da comporre.

In particolare, ad animare gli inquirenti sono tre strutture: l’istituto paritario Garden House, finito già diverse volte sulle scrivanie dei magistrati e proprio di recente, il complesso del Galeota, che anni fa fu al centro di progetti mai realizzati e nel vortice degli appetiti di malavita e dintorni, e la palazzina Polverino.

Non un cognome a caso, a Marano. Lo stabile in via Sant’Agrippino fu realizzato da Vincenzo Polverino, cugino del boss Giuseppe, Peppe ’o barone nello slang dei malavitosi, tra i fondatori della cosca che guarda alla Sicilia e che da sempre basa il suo potere economico nel mattone. Ed è proprio in quella sottile linea tra politica e camorra, tra soldi sporchi e puliti, che indagano dalla prefettura. Binari difficili da percorrere, sentieri che gli 007 stanno esplorando da mesi a suon di botta e risposta con soggetti del Municipio e personaggi interni al settore Edilizia.

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