M5S, Grillo stoppa Conte: “Sentenze si rispettano, no mosse azzardate e silenzio”

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse in foto Beppe Grillo

ROMA – Beppe Grillo mette un punto al caos. Dopo l’ordinanza del Tribunale di Napoli, che sospende le modifiche al nuovo Statuto per vizi di procedura sul voto online, difatto azzerando i vertici del M5S, è il garante e co-fondatore a riprendere in mano la sua ‘creatura’.

Con un post pubblico, che suona come una bocciatura anche per la linea indicata a caldo da Giuseppe Conte. Perché l’indicazione del garante è chiarissima: in seguito al pronunciamento dei giudici “ha acquisito reviviscenza lo Statuto approvato il 10 febbraio 2021” e soprattutto “le sentenze si rispettano”.

Dunque, nessuna corsa al voto sulle modifiche allo Statuto, prima che i legali dell’artista genovese non abbiano completato il giro di ricognizione tecnico sulla strada da percorrere. Esattamente il contrario di quanto annunciato meno di 24 ore prima dall’ex premier in televisione.

Come ai tempi d’oro, Grillo impone il diktat: “In questo momento non si possono prendere decisioni avventate”. Tradotto in parole semplici, se il team di esperti a cui Grillo si è rivolto in queste ore diranno che la via d’uscita dall’impasse è quella di eleggere il Comitato direttivo, quello verrà fatto. O, come sembra più probabile, prima verrà nominato il nuovo Comitato di garanzia.

La concessione che il garante fa all’ormai ex presidente del Movimento è quella di promuovere “un momento di confronto anche con Giuseppe Conte”. Ma “nel frattempo, invito tutti a rimanere in silenzio e a non assumere iniziative azzardate prima che ci sia condivisione sulla strada da seguire”. Conte ascolta e condivide sui suoi canali social, annullando poche ore dopo la sua partecipazione alla puntata di ‘Porta a porta’ (Rai1).

Anche Luigi Di Maio rispetta le indicazioni di Grillo e non si lascia scappare una sola sillaba che non riguardi la crisi tra Ucraina e Russia o le questioni di geopolitica internazionale che riguardano l’Italia. L’ex capo politico ha compreso perfettamente le parole del co-fondatore quando scrive: “La situazione, non possiamo negarlo, è molto complicata”. Tant’è che pure il confronto interno con Conte finisce in secondo piano.

Ora i parlamentari aspettano la convocazione di un’assemblea congiunta per conoscere il destino del Movimento, frenato dal ricorso predisposto dall’avvocato Lorenzo Borrè in nome e per conto di tre attivisti esclusi dalla votazione dell’estate scorsa. Il legale, ormai a pieno titolo ‘bestia nera’ dei Cinquestelle, che tra l’altro smentisce seccamente alcuni rumors circolati in queste ore su una presunta influenza di Di Maio sui ricorsi, data la contiguità geografica con il comune di origine del ministro degli Esteri: “E’ stata scelta Napoli perché sono stati alcuni degli iscritti napoletani a rivolgersi a me per presentare il ricorso. E’ offensivo per tutti evocare questa cosa”, rintuzza.

Borrè, però, apre un’altra crepa nel già sconquassato scenario pentastellato. Perché a suo avviso ogni nuova votazione “andrà fatta sulla piattaforma Rousseau”, ricordando come fu proprio Grillo “in un comunicato del 29 giugno” a dire che “è questo che prevede lo Statuto tornato in vigore. Lo scrisse proprio per evitare impugnazioni”.

Sul tema sta lavorando anche Conte, ovviamente, che continua a tenere i rapporti con le truppe: oggi, ad esempio, ha visto la capogruppo in Senato, Mariolina Castellone. La soluzione, comunque, non sembra né semplice né rapida. Grillo non vuole più errori, quindi per ora l’unica ‘voce’ a parlare sarà il silenzio.(LaPresse)

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