Mafia e affari. Summit a casa di Simonelli tra Schiavone e i Simeoli

CASAL DI PRINCIPE Una joint venture tra gli Schiavone e la famiglia Simeoli di Marano di Napoli per mettere le mani su alcune opportunità lavorative che, nel 2021, si erano presentate nell’area al confine tra Teverola, Casaluce e Carinaro. E a fare da trait d’union tra questi due gruppi, sarebbe stato, secondo la Dia di Napoli, Vincenzo Simonelli, 72enne di Frignano, storico affiliato al clan Bidognetti, noto come Zi Rafele ‘o compare.

Il summit

Gli agenti dell’Antimafia ritengono che Simonelli avesse messo in contatto Nicola Schiavone ‘o russ, imprenditore dei Casalesi, con i Simeoli di Marano di Napoli, considerati legati al clan Polverino. Un summit che il frignanese avrebbe ideato confrontandosi proprio con ‘o russ.
L’incontro si svolse il 3 febbraio di tre anni fa nell’abitazione di Zi Rafele, in via Chirico, a Frignano.
Il personale della Dia afferma che per i Simeoli c’era Vincenzo e tale Carlo. Il papà di Vincenzo è Angelo, per gli inquirenti uomo d’affari collegato ai Polverino e ai Mallardo (padre e figlio sono stati assolti, lo scorso gennaio, in primo grado, a conclusione di un lungo processo, dall’accusa di concorso esterno proprio ai Polverino, ma stanno ancora affrontando altri procedimenti giudiziari innescati da altre indagini dell’Antimafia partenopea).

Nel corso del meeting frignanese, ha ricostruito la Dia, Vincenzo espose le varie occasioni lavorative che c’erano a Napoli e soprattutto nell’area al confine tra Casaluce, Teverola e Carinaro. Proprio in questa zona era in corso un’operazione edilizia che consisteva nella costruzione di 32 appartamenti e negozi: un mega progetto già approvato in parte dall’amministrazione locale, ma l’iter aveva subito una battuta d’arresto a causa dello stop alla consiliatura determinato dalle dimissioni del sindaco.
Per gli investigatori, l’Ente in questione a cui facevano riferimento gli imprenditori di Marano era Casaluce.

Il gancio in provveditorato

Nel corso della discussione, sia Simonelli che Simeoli fecero presente a Schiavone che sarebbero stati in grado di aggiudicarsi la gara grazie alle loro conoscenze politiche. Gli imprenditori di Marano, inoltre, misero sul tavolo anche una loro presunta amicizia con un businessman di Roma che a sua volta aveva legami con un esponente del provveditorato ai Lavori Pubblici di Napoli. E per tale ragione invitarono ‘o russ a valutare qualche gara gestita dall’ufficio partenopeo, ma lo avrebbe dovuto fare in tempi rapidi perché questo dirigente ‘amico’ stava per lasciare l’incarico.

L’obiettivo di Simonelli

Se ‘Zi Rafele’ aveva messo in piedi quel summit è, come egli stesso a fine incontro riferì a Schiavone, per tracciare una collaborazione con gli uomini d’affari della provincia di Napoli: “Oggi, domani ci può servire la loro collaborazione, la loro società. Tu – chiarì Simonelli (intercettato) ci stai giusto o no… Stiamo tutti quanti insieme in modo che ci mettiamo ognuno… Per fare la cosa bella e pulita”.

Il processo

Gli atti investigativi riguardanti l’incontro con i Simeoli, a Frignano, sono emersi dal processo che ha fatto condannare lo scorso gennaio Nicola Schiavone ‘o russ per mafia (a 6 anni). Simonelli, invece, è stato arrestato a novembre del 2022, insieme ad altre 38 persone, e sta ancora affrontando il processo di primo grado con l’accusa di associazione mafiosa dinanzi al Tribunale di Napoli Nord. Vincenzo Simeoli, in relazione all’ipotizzato business che avrebbe voluto avviare con Schiavone, per quanto è in nostra informazione, non risulta indagato ed è da considerare innocente fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile.

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