Mala di Ponticelli, i ras tornano alle armi

I boss cercano di evitare la faida blindando le palazzine

bomba a Ponticelli
Bomba a Ponticelli

NAPOLI – Ponticelli è sotto alla lente di magistratura e forze dell’ordine. L’attenzione della Procura è massima. Nei rioni per ora regna il silenzio, ma non la pace. Lo sanno bene gli investigatori e intanto i clan si preparano alla guerra. Si studiano, dopo gli ultimi blitz che hanno stravolto la mappa geocriminale nel quartiere.
Esaminano punti di forza e nuove strategie.
Gli agenti e i carabinieri non smettono di passare al setaccio le palazzine, anche per far sentire la presenza dello Stato ai cittadini. Ma i controlli serrati servono pure per raccogliere informazioni utili alle indagini. Vediamo cosa accade in queste ore nell’area est di Napoli.
I De Luca Bossa-Minichini restano nel Lotto 0, in attesa di tempi migliori. I boss sono quasi tutti detenuti e non possono affrontare uno scontro in campo aperto con i De Micco-De Martino, spalleggiati dai Mazzarella (meglio organizzati ed equipaggiati). Fino ad oggi è questa la situazione.

Domani potrebbe cambiare tutto. Le forze dell’ordine hanno imparato che il vento muta rapidamente a Ponticelli: basta una scarcerazione importante, o una ‘retata’ per stravolgere equilibri e rapporti di forza.
E’ già successo in passato. Ecco perché i ras cercano in tutti i modi di scongiurare una faida: per evitare i riflettori delle pattuglie e degli inquirenti. E’ la strategia preventiva dei ‘Bodo’, che pattugliano militarmente le zone ‘di competenza’, proprio per evitare incidenti (il famoso casus belli). Il concetto è questo: fino a quando i nemici restano nel loro rione, i rischi di uno scontro armato sono limitati.
Non c’è la possibilità di sovrapposizioni. Almeno per ora. Ma presto le cose potrebbero cambiare.
Gli inquirenti esaminano le prossime importanti scarcerazioni, per capire cosa potrebbe accadere a breve a Ponticelli. Gli inquirenti monitorano i gruppi, che per mesi hanno mandato in fibrillazione i vertici delle forze dell’ordine. In buona sostanza cambiano continuamente gli equilibri nella periferia orientale. Altra notizia: sta per essere scarcerato un personaggio, che la Procura indica come di ‘primo piano’.

Il ventottenne Christian Marfella è fuori dai radar delle forze dell’ordine da otto anni, da quando fu arrestato. Abita al Lotto 0 di via Bartolo Longo a Ponticelli. Il padre è il ras di Pianura Giuseppe Marfella, detto ’o percuoco, o Peppe ’a Maddalena. La madre Teresa De Luca Bossa. Per gli inquirenti una scarcerazione di peso, che potrebbe spostare i delicati equilibri nel quartiere. Christian è anche il fratello di Antonio De Luca Bossa, detto Tonino ’o sicc,
Il suo segno distintivo è proprio il tatuaggio che porta al collo: ‘Tonino ’o sicco’, il soprannome del fratello. Insomma le forze dell’ordine e gli inquirenti lavorano su più fronti, anche per capire cosa accadrà nel breve termine nella periferia est della città. La situazione resta tesa ovunque. Lo dicono le sentinelle della Procura.
Da quando è stato arrestato otto anni fa, Christian Marfella non è mai uscito dal carcere.
Una detenzione ininterrotta. Per tutti questi anni è rimasto fuori dalle dinamiche e dai fatti di Ponticelli.
Qui nel frattempo è accaduto un po’ di tutto. E quando lascerà il carcere, troverà un quartiere completamente diverso da come lo aveva lasciato. Ora i Bodo-De Martino presidiano le palazzine popolari.

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