Manovra, Brunetta: Governo riveda intera strategia economica

"Il Governo farebbe bene a rivedere al ribasso le proprie stime di crescita del Pil nella risposta che invierà alla Commissione Europea martedì prossimo. In maniera da allinearle a quelle dei principali istituti di previsione nazionali e internazionali.

Foto Alvise Busetto/LaPresse

Roma, 11 nov. (LaPresse) – “Il Governo farebbe bene a rivedere al ribasso le proprie stime di crescita del Pil nella risposta che invierà alla Commissione Europea martedì prossimo. In maniera da allinearle a quelle dei principali istituti di previsione nazionali e internazionali. È ormai evidente a tutti, infatti, che il tasso di crescita fissato dall’Esecutivo per il prossimo triennio (1,5% nel 2019, 1,6% nel 2020 e 1,4% nel 2021), è completamente campato in aria e non ragionevole se confrontato con le altre stime, ma soprattutto se confrontato alla realtà”. Così in una nota Renato Brunetta, responsabile della politica economica di Forza Italia. “Ricordiamo infatti che la stima del tasso di crescita dell’economia italiana presentata dal Governo per il 2019, pari a +1,5%, è molto più elevata rispetto a quelle degli altri previsori. Perché +1,2% la stima dell’UPB, +1,2% quella della Commissione Europea e dell’OCSE, +1,0% quella della REF, del FMI e della Banca d’Italia, +0,9% quella di Confindustria e dell’istituto di ricerca indipendente Mazziero Research e +0,7% quella del Cer” prosegue.

e ancora

“La minore crescita, già in questo 2018, abbassa le prospettive per l’anno futuro, hanno poi scritto gli economisti di Intesa Sanpaolo. Stimando una crescita del Pil del +0,9% nel 2019 ma che, hanno già dichiarato, essere soggetta a crescenti rischi al ribasso. ‘È chiaro che l’economia italiana sta rallentando e che la stima di crescita del Governo per il 2019, dell’1,5%, a questo punto sembra molto ottimistica’. Ha infine rilevato l’istituto Oxford Economics, sottolineando come, di conseguenza, anche il target del deficit nominale al 2,4% del Pil appare a rischio. E qui sta il punto. Il governo ha fissato un tasso di crescita fuori dal mondo per giustificare un deficit totalmente fuori da ogni regola e da ogni compatibilità con l’Europa. Non basta cambiare di qualche decimale il tasso di crescita, dicendo all’Europa ‘Ops, mi sono sbagliato’. Bisogna rivedere, invece, totalmente, l’intera strategia di politica economica. Basta sussidi clientelari, ma sì agli investimenti produttivi” conclude.

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