Manovra, c’è l’intesa tra Roma e Bruxelles: soldi dalle privatizzazioni e tempi più lenti per quota 100 e reddito di cittadinanza

Oggi l'ufficialità

Foto Palazzo Chigi/Filippo Attili/LaPresse in foto Giuseppe Conte, Pierre Moscovici

ROMA – E’ cambiata a colpo di emendamenti: dall’ecotassa ai soldi per le buche di Roma (che non ci sono più). Se c’è stato accordo (ufficialmente lo ratificherà stamattina Jean Claude Juncker) è perché il Governo ha detto sì ad un avvio un po’ più ritardato per reddito di cittadinanza e quota 100: servono i tempi tecnici per metterle in pista, quindi  vedranno la luce dopo aprile. E il differimento determinerà il risparmio che accontenta l’Europa.

Altri soldi per far quadrare le esigenze di bilancio sarebbero garantiti dalle privatizzazioni: l’Esecutivo dovrebbe racimolare 20 miliardi. La struttura della manovra, sostanzialmente, resterà la stessa. I dettagli delle ‘correzioni’ sono ancora riservati, ma tutto dovrebbe rientrare ne 2,04% annunciato nei giorni scorsi.

L’ultima parola adesso tocca al collegio dei commissari che, sotto la guida di Juncker, visionerà il documento spedito da Roma. Fondamentale nella trattativa è stata una chiamata di Conte fatta a Valdis Dombrovskis, il vicepresidente della Commissione europea, con delega all’euro. All’ex premier lettone il presidente del Consiglio dei ministri ha detto che l’Italia non avrebbe apportato ulteriore modifiche. Tirare ulteriormente la corda per l’Ue sarebbe stato controproducente. E i toni forti adoperati dal capo del Governo hanno portato i loro frutti: Bruxelles ha detto sì.

Alle 12 Conte riferirà in Senato proprio sulla trattativa condotta con l’Europa. Se da un lato c’è gioia per il risultato raggiunto, il Governo prima di cantar vittoria vuole l’ufficialità da Bruxelles. I commissari devono valutare la lettera con le ‘correzioni’ inviate dal ministro Tria. L’ok, salvo ritardi, dovrebbe arrivare in giornata.

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