Manovra, governo al lavoro per chiudere partita. Garavaglia: “Contrari a nuove tasse”

Foto LaPresse - Stefano Porta in foto Massimo Garavaglia

Milano – “Sono le ore più importanti” per il governo per evitare la procedura di infrazione che aleggia sull’Italia. Ne è convinto il vicepremier Luigi Di Maio che richiama i suoi “alla compattezza” nelle ore in cui il collega leghista, Matteo Salvini, promette che l’esecutivo giallo-verde “andrà avanti”.

Ma nel momento in cui i ‘big’ dell’esecutivo si riuniscono a Palazzo Chigi per trovare l’intesa sulla manovra, alla luce di quello ‘sforzo aggiuntivo’ chiesto da Bruxelles per evitare il cartellino rosso, gli occhi sono puntati sui due alleati: sono giorni infatti che Lega e M5S si mostrano divisi su tutto, dalla ecotassa alle pensioni d’oro. E ora che la legge di bilancio deve essere approvata in via definitiva (salvo non voler rischiare l’esercizio provvisorio) è necessaria una parola definitiva.

Il diktat, per quanto riguarda un cedimento all’Europa sul fronte del deficit, arriva da Salvini: “non caliamo le braghe”.

Il leader leghista avverte il collega pentastellato

Non ci sarà nessun tassa sulle nuove auto. Non c’è nel contratto di governo“. Incentivare le auto più ecologiche alla Lega va bene a patto che non si impongano nuovi balzelli. Perché, come ha ricordato il viceministro all’Economia, Massimo Garavaglia, il Carroccio “è tipicamente contrario alle tasse“.

E se la questione ‘ambientale’ è cara all’elettorato 5 Stelle, la base del Carroccio guarda con occhio critico a quel taglio alle pensioni d’ora su cui Di Maio conferma e “straconferma” a nome del Movimento e della Lega: sarà nella legge di Bilancio. Esattamente “come ci eravamo impegnati a fare”.

Non a caso, per trovare una quadra, i due vicepremier hanno incontrato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in una triangolare prima del vertice in corso a Palazzo Chigi, allargato al ministro del Tesoro Giovanni Tria, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro e i viceministri Laura Castelli e Massimo Garavaglia, oltre ai tecnici del Mef.

Sono le ore più importanti che stiamo vivendo dal 4 marzo a questa parte

E’ il momento quindi di essere compatti, di non cedere alle strumentalizzazioni“, ha ricordato il capo politico M5S. A partire dal reddito di cittadinanza sui cui è Palazzo Chigi a chiarire i dubbi: “resta invariato nei tempi e nella platea, e costerà circa 6,1 miliardo al quale si aggiunge il miliardo diretto alla riforma dei centri per l’impiego“, si legge in una nota.

Fugate quindi “le fake news” sul fatto che in seguito alle trattative con la Commissione europea il governo “avrebbe tagliato i soldi per questa misura”. Nel dettaglio, la platea di coloro che hanno diritto al reddito di cittadinanza è di oltre 5 milioni e la misura funzionerà ad integrazione del reddito familiare. Il taglio c’è solo perché rispetto al progetto iniziale l’avvio sarà posticipato a fine marzo.

Il risultato è un risparmio di quasi due miliardi

Il costo sarà di 7,1 miliardi per il 2019 (contando il miliardo per i centri per l’impiego) contro i 9 iniziali. Mentre, “negli anni successivi, 2020 e 2021, non sarà più necessario 1 miliardo all’anno per i centri per l’impiego, ma soltanto 300 milioni per pagare gli stipendi ai nuovi assunti”. Misura, anche quest’ultima, per cui è già stata individuata la copertura. (LaPresse)

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome