Manuel Bortuzzo ai suoi aggressori: “Bravi, sono ancora qua”

Il nuotatore diciannovenne è stato intervistato da Massimo Giletti a 'Non è l'arena'

ROMA “Ho guardato avanti e ho cercato tutte le cose più belle che potevano esserci e che mi aspettano e sono molto di più di quelle brutte che ho passato”. A parlare è Manuel Bortuzzo, il nuotatore diciannovenne di Trieste colpito e ferito da un proiettile durante un agguato a Roma, per la prima volta ospite in uno studio televisivo, insieme al padre Franco, intervistato qin esclusiva da Massimo Giletti a Non è l’Arena su La7.

Il coraggio di andare avanti

Alla domanda del conduttore su come si fa a reagire con il sorriso Manuel Bortuzzo ha risposto: “Non c’è un protocollo da seguire, si è cosi, ci si nasce. Sicuramente l’essere atleta mi ha aiutato a guardare avanti, a reagire così. Adesso combatto contro me stesso, contro il tempo, come ho fatto sempre in acqua”.

L’emozione di tornare in vasca e la passione per il nuoto

Il giovane triestino ha raccontato l’emozione che ha provato nel tornare in vasca a un mese dall’agguato e del suo nuovo approccio con l’acqua. “E’ stato sicuramente diverso. Mi sono seduto sul muretto ho messo le gambe in acqua e niente. Non ho sentito niente. Poi, piano piano, sono entrato in acqua con tutto il corpo e mi sono sentito bagnato, finalmente, a 360 grandi e una volta immerso ho provato una sensazione bellissima a cui prima non davo peso: perché adesso muovere tutto, sentire tutto, riuscire a stare a galla è un’emozione grande. Il nuoto è tanto, l’acqua è tutto. Dopo che ho iniziato a dare le prime bracciate mi sembrava che non fosse successo niente. Mi sembrava tutto normale”. Poi Manuel Bortuzzo ha ricordato il momento della sparatoria, in cui è stato colpito ed è crollato a terra.

Manuel Bortuzzo racconta l’aggressione

“Queste due persone che sono arrivati col motorino stavano attirando l’attenzione di tutti perché urlavano io mi sono girato e me li sono trovati alla mia sinistra stavano a 5 metri da me, vicinissimi. Ho visto il viso di chi ha sparato, ho visto l’arma e in quell’istante ho pensato come è possibile? E’ vero? Non è vero? Avevo mille pensieri per la testa ma quando ho visto lei (Martina, la fidanzata ndr) ho pensato solo a una cosa: non so se riuscirò a vederla più però lei deve sapere che io la amo”.

Il messaggio della promessa del nuoto

E continua: “Poi ho pensato a tutte quelle cose che non avevo fatto e pensavo che la mia vita fosse finita. Martina era scioccata, non riusciva neppure a tirare fuori il cellulare dalla tasca non credeva neppure lei che era successo tutto sotto i suoi occhi, non riusciva a fare nulla, alla fine è riuscita a chiamare un mio amico che è venuto a soccorrermi. Martina viene sempre, ogni giorno. C’è sempre”. Durante l’intervista Giletti ha chiesto al giovane nuotatore cosa direbbe oggi a chi ha premuto il grilletto quella sera. “Che gli devo dire? Bravi. Io sono ancora qua” ha risposto Manuel Bortuzzo.

(LaPresse)

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