Marco Carta assolto dall’accusa di furto: “Mi sveglio da un brutto sogno”

Si conclude l'incubo del cantante

LP - Paolo Della Bella

MILANO“Oddio, grazie”. Due parole, interrotte dalle lacrime. Sono quelle di Marco Carta appena appreso al telefono dal suo legale di essere stato assolto dall’accusa di furto. La vicenda risale al 31 maggio scorso, quando il cantante, ex concorrente di ‘Amici’, era stato accusato del furto di sei magliette alla Rinascente di Milano. Insieme a lui c’era una donna di 53 anni, Fabiana Muscas, infermiera e amica dell’artista.

Finisce l’incubo di Marco Carta

Ora, a cinque mesi dall’accaduto, Marco può festeggiare dopo l’assoluzione per non avere commesso il fatto. Assente all’udienza in tribunale, Carta ha gioito quando ha ricevuto la notizia. E ha affidato ai social il suo commento, postando una foto mentre sorride tenendo il telefono fra le mani: “Non ho mai smesso di credere. È come se oggi mi svegliassi da un brutto sogno. Perché è questo che rimane, solo un brutto ricordo in via d’estinzione. Ringrazio tutte le persone che non hanno mai creduto neanche per un secondo alle cattiverie dette gratuitamente. Grazie alla mia famiglia, ai miei amici, quelli veri. Grazie Sirio, amore mio. Adesso posso riprendere ancora più forte la mia musica e le mie giornate, ora posso tornare a sorridere. Grazie al mio World Paper. Grazie dal profondo del mio cuore ai miei avv. Simone Giordano Ciro e Massimiliano Annetta”. E poi, in anteprima a ‘Live-Non è la d’Urso’, dove sarà ospite lunedì 4 novembre, ha aggiunto: “Questi mesi sono stati un vero incubo, oggi con la parola assoluzione ricomincio a respirare”.

Totalmente estraneo ai fatti

I legali, fuori dall’aula, hanno spiegato di attendere le motivazioni della sentenza ma che “emerge da filmati l’estraneità totale di Carta” ai fatti. Gli avvocati sperano che questa vicenda “aiuti tutti a capire che i processi si fanno nei tribunali”, visto che il cantante è finito su tutte le prime pagine dei giornali, additato come ladro, prima che il giudice pronunciasse la sua innocenza. “Se ora la procura ritiene di appellare la sentenza – hanno commentato – ci rivedremo in Corte d’Appello, ma il dato è talmente certo che siamo sicuri che la vicenda finirà qui”. All’indomani dei fatti, Marco Carta aveva scritto in una nota che “un vecchio proverbio diceva ‘male non fare, paura non avere'”. E così, a distanza di diversi mesi, sembra essersi conclusa, almeno per il momento, la vicenda.

(LaPresse)

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