Massimiliano Manfredi: “Il Pd andrà a congresso ma mancano i contenuti”

Massimiliano Manfredi

NAPOLI – L’assemblea nazionale del Pd, ieri, ha stabilito che il congresso si svolgerà a febbraio e sarà aperto anche ad altre forze politiche, tra le quali Articolo Uno. Sulle candidature colano solo ipotesi mentre si lavora a nuove alleanze. A quanto pare è probabile che il gruppo dei governatori sia destinato a scontrarsi con quello dei sindaci. Dei temi si parla poco e dalle colonne di Cronache il consigliere regionale Pd Massimiliano Manfredi avverte: ​niente cambiali in bianco, si esprimano posizioni chiare.

Ci racconti dell’assemblea nazionale Pd su congresso e statuto. Com’è andata?
Finalmente ci sono notizie positive. Il Pd ha maledettamente bisogno di un congresso ricostituente. Non di uno ordinario, che non affrontando il nodo della sconfitta elettorale finirebbe per essere solo uno strumento per il cambio della leadership. Cosa che allontanerebbe il nostro elettorato, spingendolo a disertare le primarie. Quella dell’allargamento è una scelta importante, così come quella di anticipare il congresso a febbraio, rispetto alla fine di marzo. Le elezioni in vista in Lombardia, Lazio, Molise e Friuli ci impongono di impegnarci per arrivare a questo appuntamento con le idee chiare su identità e coalizione. Arrivarci con un gruppo dirigente dimissionario e delegittimato è un rischio che non possiamo correre. Quello che ancora manca sono i contenuti. La chiarezza su temi come quello dell’autonomia differenziata, che non sono stati messi sul tavolo. è come se si temesse di entrare in contrasto con qualcuno. Invece credo che questo sia un tema da affrontare apertamente dalla Valle d’Aosta a Mazara del Vallo.


Si è parlato spesso di nuova classe dirigente, ma per ora circolano solo nomi di chi ha sempre avuto ruoli dirigenziali.
E’ la base a chiederlo. Non avrebbe senso chiedere a Letta di fare un passo indietro se poi si ripresentano pezzi del suo gruppo dirigente, lo stesso che ci ha portati alla sconfitta più grande di sempre. Serve un passo di lato collettivo, senza cavalli di Troia. Altrimenti il congresso rischia di non essere un nuovo punto di partenza, ma la fine del percorso.


Sulle candidature si sono creati due assi, uno dei governatori con De Luca che potrebbe sostenere Bonaccini e uno dei sindaci, con Manfredi in sostegno a Nardella.

Serve qualcuno che esprima parole chiare. Io non voterò un segretario che non dice nulla sull’autonomia differenziata, provvedimento su cui il governo accelera. Un progetto fatto in queste condizioni rappresenta una gara truccata per il Mezzogiorno ed è un modo per cristallizzare il divario tra Nord e Sud. Con questa legge elettorale, che non siamo riusciti a cambiare, e il taglio dei parlamentari, non voterò nessun segretario che non esprima parole chiare sul campo largo, che deve vedere il Pd come il soggetto centrale.


De Luca ha parlato dell’autonomia differenziata, anche se un po’ in ritardo. Punta alla segreteria nazionale?
Non mi risulta che la sua candidatura sia all’ordine del giorno, non me ne ha mai parlato. E’ evidente che finalmente si ha la percezione, espressa con stili diversi sia da De Luca che dal sindaco Manfredi, che un cambio di governo nazionale apra una fase di riflessione politica. Da un lato bisogna avere un rapporto corretto con il governo e con il premier Meloni, nell’interesse di tutti. è evidente, il fatto che la seconda regione d’Italia sia governata da forze politiche che sono tutte all’opposizione del governo nazionale provocherà qualche fibrillazione. Ma intelligenza vuole che queste fibrillazioni non pregiudichino necessità e bisogni dei cittadini. Per il Pd quella alle politiche è stata una sconfitta annunciata e i dirigenti nazionali, decidendo di affrontarle in quel modo, si sono assunti una grande responsabilità nei nostri confronti. Ora qui siamo tutti d’accordo sul fatto che non si firmeranno cambiali in bianco per nessuno. Il Sud deve poter dire la propria al congresso, con una propria candidatura. Ci sono tante personalità, penso per esempio al sindaco De Caro. La cosa più importante, però, è che il sistema istituzionale del Mezzogiorno, che vanta esperienze avanzate, esprima una candidatura alla segreteria nazionale. Sarebbe la prima volta.


Dopo il congresso nazionale, ci saranno quelli regionale e provinciale a Napoli.

In Campania il partito è stato commissariato prima delle Politiche, mentre a Napoli il segretario è stato appena eletto e questo ci pone in una condizione di debolezza nel dibattito interno al partito. Sia per il congresso regionale che per quello cittadino si scelgano figure autorevoli di primo piano perché non si può più galleggiare come prima. Per questo per i due congressi servirà mettere in campo grande competenza e ridare centralità all’area metropolitana che le scelte nazionali hanno fortemente indebolito nonostante la vittoria del centrosinistra a Napoli.
In attesa di sviluppi partitici, la battaglia contro l’autonomia differenziata continua. Convocata per il 29 novembre una seduta monotematica.

Si entrerà nel merito o si resterà agli slogan?
E’ un appuntamento importante proprio perché le forze politiche dovranno esprimersi non sugli slogan, ma entrare nel merito della discussione. Sono curioso della posizione che esprimeranno i colleghi di Fdi, Lega e Fi su questa proposta che tende a dividere il Paese ed è una gara truccata. Sono curioso di ascoltarli per comprendere se hanno la schiena dritta o si sono già assoggettati alla volontà di Salvini e company.

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