Matrimoni falsi, 16 in manette

Da sinistra, Francesca Riccardi Catino (domiciliari), Antonietta Noletto (carcere) e Hicham Metrache (carcere)

CASERTA – ‘Matrimoni di comodo’ per consentire agli extracomunitari di ottenere in tempi rapidi il permesso di soggiorno. E sarebbero state nozze costose: chi voleva sposare un’italiana per regolarizzare la propria posizione, dice la Direzione distrettuale antimafia di Napoli, doveva a sborsare dai 5mila ai 6mila euro. Soldi che finivano nelle mani di una gang diventata abilissima ad organizzare le false unioni sfruttando una schiera di donne disposte a diventare mogli su richiesta (in cambio di denaro).

Le indagini

Il presunto meccanismo è stato smascherato dai carabinieri della Compagnia di Caserta, grazie ad un’attività investigativa avviata nel luglio 2019 e sfociata nel blitz di ieri mattina, che ha determinato l’arresto di 16 persone. Cinque sono finite in carcere: si tratta di Matilde Macciocchi, Gennaro Di Dato, Nabil El Hazmi, Hicham Metrache e Antonietta Noletto. Sono ai domiciliari, invece, Badr Eddine Faise, Hadi Houite, Karima El Hariri, Luisa Maiello, Angelica Loffredo, Martina Rea Pia, Errica Russo, Francesca Riccardi Catino, Jessica Riccardi, Catino, Anna Varlese e Antonella Nardelli. Obbligo di firma per Rosa Pace e Maria Mugnano. I provvedimenti cautelari sono stati emessi dal giudice Giovanni De Angelis del Tribunale di Napoli. L’inchiesta ha coinvolto anche altre 48 persone, indagate a piede libero. In totale sono 66 gli inquisiti che rispondono, a vario titolo, di associazione a delinquere e violazione della legge che disciplina l’immigrazione.

I matrimoni per ottenere il permesso di soggiorno

Il lavoro dei militari dell’Arma, sostiene la Procura distrettuale di Napoli, ha consentito di individuare una consolidata consorteria che aveva come finalità principale il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina sul territorio italiano proprio attraverso i falsi matrimoni tra comunitari e stranieri. L’ipotizzato gruppo criminale sarebbe riuscito a distendere i suoi tentacoli nel capoluogo partenopeo, a Castelvolturno, Mondragone, Aversa, San Cipriano e Avezzano. Nel corso dell’attività d’indagine, ha fatto sapere il capitano Pietro Tribuzio “sono stati riscontrati più di quaranta matrimoni fittizi”. E’ stato accertato anche un volume d’affari di quasi duecentomila euro, cifra ritenuta dagli investigatori provento dell’attività delittuosa. I destinatari dei provvedimenti restrittivi e gli indagati a piede libero sono presunti innocente fino a sentenza definitiva.


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