Matteo vs Matteo: lo scontro mediatico tra Renzi e Salvini sui migranti

I due sono stati protagonisti di un botta e risposta mediatico. Intanto, chi gode di maggiore acclamazione è il leader del Carroccio

Foto LaPresse - Marco Alpozzi
di Donatella Di Nitto

ROMA (LaPresse)Matteo vs Matteo. Sembra il titolo di un film, ma è una delle tante puntate del ‘confronto-scontro’ tra Renzi e Salvini. A parti invertite, oggi è il leader della Lega a essere al posto di comando dell’esecutivo.

La nave Aquarius è a Valencia, dopo lo stop del Viminale per farla approdare nei porti italiani (il primo atto concreto dell’era Salvini al ministero dell’Interno). Il senatore di Scandicci, che aveva promesso il silenzio per almeno due anni, sul tema migranti non ci sta e si schiera dalla parte delle Ong. “Salvini ha fatto il bullo con 629 disgraziati” attacca bollando la “colossale operazione” del vicepremier come “un successo a livello mediatico”. Con Salvini nel ruolo del “regista di uno spot”, che porta benefici “alle sue idee e al suo partito”. “Un milione di like non vale una vita”, rincara.

Il ministro non alimenta, ma replica piccato

“A Renzi non ho tempo per rispondere, ma gli hanno già risposto gli italiani mandandolo a casa”. Gli insulti non interessano al Capitano. Capitano che, nella sua posizione di comando, risponde con i fatti e non con le parole (anche questo slogan principe della campagna elettorale). “Voglio lavorare, lavorare, lavorare per il momento riducendo gli sbarchi” e, assicura tra la gente di Cinisello Balsamo, “nelle prossime settimane per aumentare le espulsioni, perché non basta farne arrivare in meno, bisogna farne allontanare di più”. Di una cosa però è certo il segretario leghista: “Abbiamo fatto più noi in 15 giorni” al governo “che il Pd in 6 anni. Poi… noi non abbiamo la bacchetta magica”.

La campagna elettorale leghista, basata sullo slogan ‘no invasione’ è stata sicuramente vincente

A pagarne le spese, in un quadro più ampio, è stato soprattutto il Partito democratico. L’azione governativa, targata Dem, non è stata apprezzata. Oggi però con l’Aquarius rifiutata dall‘Italia e l’approdo in Spagna (grazie anche alla nuova guida del socialista Pedro Pérez-Castejón Sanchez) non può di certo passare come una svolta.

Renzi, in collegamento con Lucia Annunziata per l’ultima puntata di ‘In mezz’ora in più’, taglia le gambe all’operazione del ministro dell’Interno. Secondo l’ex premier, infatti, Salvini ha voluto spostare l’attenzione sui migranti “per non parlare più dei problemi degli italiani”.

“Non si parla più dell’abolizione della Legge Fornero, non si parla più della Flat Tax, non si parla più del reddito di cittadinanza”.

Intanto però “i porti sono chiusi e i problemi in Europa restano quelli, con l’Italia isolata” e con una punta di ironia aggiunge: “Macron non ci ha chiesto scusa e comunque siamo andati all’Eliseo”.

Il vicepremier non si scompone anzi

“Ho visto la copertina di un settimanale (L’Espresso, ndr.). Mi dispiace per i giornalisti che ci lavorano, ma mi auguro venda zero, che distingue gli uomini in base al colore della pelle”. E tuona “mi conferma che i veri razzisti in Italia stanno a sinistra e hanno il portafoglio pieno. La domenica non sono a Cinisello ma in spiaggia e hanno il villone con 18 telecamere, non prendono il treno e non portano figli ai giardini pubblici. Noi siamo l’antidoto”.

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