Melfi, poliziotto ferito gravemente da due fratelli detenuti

Due fratelli detenuti nel carcere di Melfi (Potenza) hanno aggredito un agente della polizia penitenziaria. E' successo verso le 10 di questa mattina

carcere

MILANO (LaPresse) – Melfi, poliziotto ferito gravemente da due fratelli detenuti. Due fratelli detenuti nel carcere di Melfi (Potenza) hanno aggredito un agente della polizia penitenziaria. E’ successo verso le 10 di questa mattina. Secondo la prima ricostruzione, uno avrebbe infatti bloccato il poliziotto mentre il secondo lo colpiva, senza apparente motivo. Il ferito è stato quindi ricoverato nell’ospedale di Melfi. I due fratelli sono ristretti per ricettazione, furto e droga. Uno con fine pena 2021 e l’altro 2026.

Melfi, la denuncia del sindacato

“Si tratta dell’ennesimo episodio in cui è la polizia penitenziaria a fare le spese. Di un sistema in cui l’assenza di sostanziale legalità e di regole certe rende possibile che i detenuti colpiscano impunemente chi rappresenta lo Stato. Ma anche i principi della civile convivenza”, denuncia Leo Beneduci dell’Osapp. Per il sindacalista “se tali condizioni sono caratteristica dell’attuale sistema penitenziario nazionale. Il disagio e la profonda sofferenza del personale di polizia penitenziaria in ogni attribuzione costituiscono la principale falla. Nella gestione delle carceri in Regioni quali Puglia e Basilicata. In cui infatti all’assenza di risposte idonee da parte delle direzioni degli istituti corrisponde la sostanziale e grave inerzia del provveditorato regionale”.

“In tali condizioni – conclude Beneduci – è quanto mai urgente che il Guardasigilli Bonafede e il Sottosegretario delegato Morrone si preoccupino. Da un lato di dotare la Polizia Penitenziaria di maggiori organici (atteso che gli attuali sono stati falcidiati da innumerevoli e ingiustificate riduzioni anche dalla c.d. legge Madia). Nonché quindi di concreti strumenti anti aggressione. Quali spray al peperoncino e teaser e d’altro canto, stante la scadenza degli incarichi di alcuni degli attuali dirigenti regionali dell’amministrazione penitenziaria di assegnare nuove e più idonee figure a tali incombenze laddove sia confermato il fallimento dei presenti e ciò non solo nell’interesse interno agli istituti di pena ma anche per la sicurezza della intera collettività”.

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