Ue, aziende hi-tech chiedono di non introdurre la ‘digital tax’

Spotify, Booking.com e altre aziende europee dell'hi-tech hanno lanciato un appello agli Stati membri della Ue. Affinché abbandonano i loro propositi di introdurre una "digital tax"

AFP PHOTO / JOHN THYS

BRUXELLES (Belgio) (LaPresse/AFP) – Ue, aziende hi-tech chiedono di non introdurre la ‘digital tax’. Spotify, Booking.com e altre aziende europee dell’hi-tech hanno lanciato un appello agli Stati membri della Ue. Affinché abbandonano i loro propositi di introdurre una “digital tax”. Avvisando che una misura di questo tipo potrebbe avere contraccolpi su crescita e innovazione.

“Vi scriviamo in qualità di principali imprese europee per esprimere la nostra seria preoccupazione riguardo alla proposta Tassa sui Servizi Digitali”. Hanno messo quindi nero su bianco i ceo e altri top manager di 16 aziende del Vecchio Continente in una lettera ai ministri delle finanze del blocco. Le loro società, spiegano nella lettera, “vi sollecitano a non adottare una misura. Che potrebbe infatti causare un danno materiale alla crescita economica e all’innovazione. Oltre che agli investimenti e all’occupazione in Europa”.

Ue, la missiva delle aziende

Se Parigi sostiene che la misura potrebbe essere un risultato in grado di alzare la popolarità dell’Unione in vista delle prossime elezioni europee. Nelle quali si teme l’avanzata dei partiti populisti ostili a Bruxelles. Dublino guida un piccolo gruppo di nazioni per cui la tassa potrebbe risultare punitiva anche per le aziende europee. Soffocando l’innovazione. Le società stesse, dal canto loro, lamentano il fatto che le proposta non sia stata studiata a sufficienza.

“La maggior parte delle startup e delle nuove realtà fa affidamento su proprio ricavi per crescere”. Si osserva ancora nella missiva, “la tassa proposta priverebbe queste aziende di una fonte essenziale di capitale da reinvestire nella crescita, indebolendo la loro abilità di competere a livello globale”. Su impulso della Francia, i ministri delle finanze europei dovrebbero discutere la misura durante il prossimo incontro previsto a Bruxelles il 6 novembre.

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