Mercati in attesa di Fed: improbabile il ritiro degli aiuti, focus sui contagi

Riflettori dei mercati puntati sulla Federal Reserve di domani. Dopo la Bce - che ha avviato un cambio di passo aggiornando la propria stategia di politica monetaria, senza ritirare gli aiuti - tocca alla banca centrale Usa esprimersi sui tassi e sugli interventi a sostegno dell'economia.

(AP Photo/Andy Wong)

MILANO – Riflettori dei mercati puntati sulla Federal Reserve di domani. Dopo la Bce – che ha avviato un cambio di passo aggiornando la propria stategia di politica monetaria, senza ritirare gli aiuti – tocca alla banca centrale Usa esprimersi sui tassi e sugli interventi a sostegno dell’economia. Secondo alcuni analisti si avvicina lo spettro dell’avvio della graduale riduzione degli aiuti, noto come ‘tapering’. Una mossa che per la maggior parte degli esperti, invece, sembra ancora lontana.

A giugno i membri del Fomc – il braccio operativo della Fed – hanno discusso di ‘tapering’, ovvero di come e quando iniziare a rallentare il ritmo di acquisto degli asset in difesa dell’economia a stelle e strisce. “La discussione è ora a buon punto all’interno del Fomc e i dibattiti interni continueranno a concentrarsi su tempi, composizione e ritmo del rientro della normalizzazione della politica monetaria”, ha spiegato Alberto Gallo, gestore del fondo Algebris Global Credit Opportunities Fund.

Il consenso per ora, ha continuato Gallo, è per un tapering di 15 miliardi di dollari a riunione, 10 miliardi in Treasury e 5 miliardi in Mortgage-Backed Securities (MBS, titoli azionari comprati e venduti usando come garanzie dei mutui ipotecari). “C’è qualche dibattito riguardante un tapering più veloce per gli Mbs, data la forza dei prezzi delle case. Nel complesso, il prossimo incontro non dovrebbe essere un punto di svolta, e le aspettative di crescita e i flussi saranno il principale traino dei tassi per il resto dell’estate”, ha sottolineato Gallo secondo cui è comunque improbabile che la Fed faccia un chiaro accenno al tapering.

Non sono previsti quindi cambiamenti sostanziali della dichiarazione di policy e, in generale, ci si aspetta che la Fed mantenga un approccio prudente, che non avrà un impatto significativo sui mercati finanziari. Ne è convinto anche François Rimeu, senior strategist di La Française AM secondo cui sul fronte economico, “ci aspettiamo che la FED mantenga un tono cautamente ottimista considerando la diffusione della variante delta”.

La banca centrale Usa ha ripetutamente fatto intendere che daranno un ‘preavviso’ ai mercati per il tapering, quindi un inizio nel 2022 sarebbe coerente con una comunicazione anticipata nella riunione di settembre, due riunioni prima del 2022 e subito dopo il tanto atteso incontro di Jackson Hole, il simposio dei banchieri centrali. Durante il meeting dello scorso anno il governatore della Fed, Jerome Powell, aveva annunciato il nuovo corso della banca centrale Usa: più tolleranza verso aumenti temporanei dell’inflazione e tassi ultra bassi per diversi anni.

Proprio l’alta inflazione potrebbe però costringere la banca centrale Usa a cambiare passo. Sul tema a metà luglio Powell aveva ribadito: l’inflazione “probabilmente rimarrà elevata nei prossimi mesi” prima di “moderare” il passo. Per Powell le letture dell’inflazione degli ultimi mesi sono state in gran parte guidate da fattori temporanei, come la carenza di offerta e l’aumento della domanda legata all’allentamento delle restrizioni per Covid-19.

LaPresse

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