Migranti: code a Ventimiglia per controlli, a Lampedusa ‘hotspot sempre pieno’

Tornano le code alla frontiera di Ventimiglia dopo le tensioni di questi giorni tra Italia e Francia sulla questione migranti.

Foto Marco Alpozzi/LaPresse 12 Novembre 2022 - Ventimiglia, Confine Italia-Francia - Cronaca - La Francia, dopo l'annuncio del ministro degli Interni Gerald Darmanin, intensifica i controlli alla frontiera italo-francese di Ventimiglia Nella foto: I controlli della polizia francese a Ponte San Ludovico causano lunghe code November 12, 2022 Ventimiglia, Italy-France Border - news - After the announcement by French Interior Minister Gerald Darmanin, intensifies controls at the Italian-French border in Ventimiglia In the pic: The queue of vehicles headed to France

Tornano le code alla frontiera di Ventimiglia dopo le tensioni di questi giorni tra Italia e Francia sulla questione migranti. La situazione è stata relativamente tranquilla durante la giornata ma sono stati effettuati controlli a van e furgoni, per verificare se trasportassero persone al di là della frontiera tanto che si è creata qualche coda, in alcuni momenti della giornata anche lunga.

Probabile anche un intensificarsi della vigilianza della Polizia francese lungo la ferrovia che porta al primo paese oltre confine, Menton-Garavan, e ai valichi di montagna percorribili a piedi o con l’ausilio di ‘passeurs’, mentre si segnalano diversi respingimenti di migranti, costretti a tornare a piedi verso l’Italia e ripassare i controlli.

“Intollerabile – hanno fatto sapere il presidente di Regione Liguria, Giovanni Toti, e l’assessore regionale Marco Scajola delegato ai rapporti con i lavoratori frontalieri -: le lunghe code volute dai francesi con eccessivi controlli di polizia stanno creando problemi ai lavoratori italiani che ogni giorno si recano in Francia per motivi di lavoro”.

Se la ‘stretta’ di Parigi dovesse protrarsi Ventimiglia potrebbe essere ‘invasa’ sostiene invece l’attivista e scrittore Enzo Barnabà. “Corre voce che sia bloccato (il confine, ndr) ma per il popolo della notte, per i dannati della terra, certamente non è stato sospeso Shengen per gli europei – spiega a LaPresse intervistato alla frontiera -. Da un lato i passeur che stanno a Ventimiglia, migranti che hanno deciso di fare soldi facendo contrabbandando di carne umana, si faranno pagare di più e guadagneranno di più, visto che l’impresa sarà più difficile. Si arriva anche alla prostituzione per passare, ci sono episodi che potranno essere accentuati”. Come già accaduto più volte negli ultimi 10 anni, alcune decine di persone si sono accampati sotto al cavalcavia di Ventimiglia, nei pressi del fiume Roia. Qui, dove una tendopoli di fortuna periodicamente si allarga e scompare, sono gettati dei materassi dove le persone passano la notte.

La Francia aveva dichiarato che avrebbe intensificato i controlli al confine dopo le tensioni sul caso della Ocean Viking costretta a navigare fino a Tolone per far sbarcare le persone a bordo. L’imbuto di persone a nord ovest d’Italia fa il paio con quello a sud. Sono 1.200-1.300 i migranti presenti nell’hotspot di Lampedusa secondo il dato del sindaco di Lampedusa, Totò Martello. I numeri oscillano a seconda di sbarchi e arrivi ma “non si svuota mai – dice Martello a LaPresse – anche quando è ‘vuoto’ ci sono almeno 700 persone”.

Di migranti è tornato a parlare in mattinata anche Papa Francesco, durante omelia e Angelus in occasione della VI Giornata Mondiale dei Poveri invitando a “rompere quella sordità interiore che ci impedisce di ascoltare il grido di dolore soffocato dei più deboli”. “Anche oggi, molto più di ieri, tanti fratelli e sorelle, provati e sconfortati, migrano in cerca di speranza, e tante persone vivono nella precarietà per la mancanza di occupazione o per condizioni lavorative ingiuste e indegne – ha dettoil Pontefice -. E anche oggi i poveri sono le vittime più penalizzate di ogni crisi. Ma, se il nostro cuore è ovattato e indifferente, non riusciamo a sentire il loro flebile grido di dolore, a piangere con loro e per loro, a vedere quanta solitudine e angoscia si nascondono anche negli angoli dimenticati delle nostre città”.

Di Francesco Floris

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