Migranti, Draghi: “Porto questione in Europa”. Lamorgese a Tunisi: “Linea diretta su partenze”

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto Mario Draghi

MILANO – Serve un “cambio di passo” per la distribuzione dei migranti in Europa: il nodo arriverà sul tavolo del prossimo Consiglio europeo, in programma lunedì. Il premier italiano Mario Draghi metterà al centro il meccanismo della ricollocazione dei migranti, tema che “nelle discussioni europee è stato da un po’ di tempo messo a dormire”, ma è il momento di riprendere il discorso, seguendo quelli che indica come “tre pilastri”.

Accanto al primo, che è la ricollocazione dei migranti, ci sono quello economico e il terzo: la collaborazione bilaterale e multilaterale con i Paesi di partenza senza dimenticare il ruolo delle Nazioni unite sono strumenti che devono essere impiegati con equilibrio efficacia e umanità”.

Ma sulla ricollocazione dei migranti pesa l’incognita della risposta dei Paesi membri. Ad ora, l’unica disponibilità è arrivata dall’Irlanda, che si è detta pronta ad accogliere 10 persone. Non è scontata la disponibilità di Francia e Germania ad accogliere una quota di migranti.

Da Tunisi, dove ha incontrato il presidente della Repubblica, Kais Saied, e successivamente il capo del governo Hichem Mechichi che mantiene anche l’interim dell’Interno, Luciana Lamorgese ha incassato la disponibilità dal governo del Paese africano per una maggiore flessibilità sulle regole dei rimpatri e l’attivazione, da subito, di una “linea diretta dedicata” per lo scambio di informazioni sui natanti partiti dalla Tunisia.

Richieste, quelle accolte oggi, che erano state già avanzate al Governo di Tunisi nell’agosto del 2020, nel corso di un primo incontro durante il quale gettate le basi di un accordo complessivo di partenariato strategico tra l’Unione europea e la Tunisia finalizzato al conseguimento di un ‘pacchetto’ di obiettivi: controllo dei flussi migratori irregolari, contrasto alla rete criminale che sfrutta il traffico di esseri umani, nonché sviluppo delle attività economiche legali colpite anche in Tunisia da una crisi senza precedenti e ampliamento dei canali regolari di immigrazione nell’Unione europea.

Dall’inizio dell’anno, dalla Tunisia sono state quasi duemila le persone che hanno affronto il mare per raggiungere le coste italiane. Di queste, a essere rimpatriati sono stati meno di 700, numero che l’Italia punta ad aumentare.

Europa e Italia si sono dette pronte ad aiutare la “Repubblica tunisina nell’affrontare sfide molto complesse, prima tra tutte quella che riguarda il futuro dei giovani di questo Paese che legittimamente aspirano, come i loro coetanei europei, a soddisfacenti condizioni lavorative e di vita”.

Ed è a durante gli incontri, insieme con la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, che la titolare del Viminale ribadisce il “comune interesse di Italia e Tunisia a fermare il businness criminale” dei trafficanti di migranti.

Intanto, la Sea Eye, che ha a bordo oltre 400 persone, è diretta a Pozzallo, dopo l’assegnazione di porto sicuro, arrivata nella tarda serata di ieri. “Non è possibile che nell’estate della ripartenza sbarchino decine di migliaia di migranti – ha affermato il segretario della Lega Matteo Salvini – La Spagna ha un governo di sinistra e ha respinto i migranti a Ceuta, quindi non è questione di destra o sinistra, ma di gestione dei confini”.

Per Nicola Molteni, sottosegretario all’Interno, “è incomprensibile che lo sbarco debba avvenire in un porto italiano. Io credo che la gestione degli sbarchi e il controllo dei confini non possa essere in nessun modo appaltato a delle organizzazioni private, in questo caso a una Ong tedesca che ha fatto salvataggio in acque internazionali”.(LaPresse)

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