Migranti: Meloni, serve più Europa nei rimpatri, da soli flussi ingestibili

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto Giorgia Meloni

“Ci vuole più Europa sul fronte Sud” perché “noi da soli non possiamo gestire un flusso di dimensioni ingestibili”. Dopo le tensioni con la Francia la premier Giorgia Meloni torna a parlare di migranti e lo fa dai Med Dialogues 2022 a Roma, l’appuntamento annuale di alto livello promosso dal ministero degli Esteri e dall’Ispi, l’Istituto italiano per gli studi politica internazionale, giunto quest’anno all’ottava edizione.

“Una delle principali sfide – dice Meloni – è quella delle migrazioni. Il Mediterraneo ha bisogno di essere percepito non come un luogo di morte causato da trafficanti di vite umane”, e questo “l’Italia lo rivendica da tempo”. Tassello “indispensabile” per contrastare i flussi illegali “è quello della europeizzazione nella gestione dei rimpatri”, chiede la presidente del Consiglio, che richiama l’Europa a “una effettiva attuazione degli impegni presi da troppo tempo, attraverso una cooperazione migratoria con i nostri partner dell’Africa e del Mediterraneo, che devono essere maggiormente coinvolti nella prevenzione e nel contrasto al traffico di esseri umani”.

Con “oltre 94 mila arrivi dall’inizio di quest’anno”, infatti, “l’Italia insieme agli altri Paesi di primo ingresso sta sostenendo l’onere maggiore della protezione delle frontiere esterne europee”. E’ dunque “necessario un impegno comune di tutti, degli Stati dell’Unione Europea da un parte e degli Stati della sponda sud del Mediterraneo dall’altro”, scandisce.

Questioni che finiranno sul tavolo del Consiglio europeo del 15 e 16 dicembre a Bruxelles, ma che Meloni potrebbe affrontare anche con il presidente francese Emmanuel Macron il 13 dicembre, qualora dovesse partecipare alla Conferenza di pace sull’Ucraina convocata per quel giorno a Parigi. E di flussi parla anche il titolare della Farnesina, Antonio Tajani, per il quale “senza una politica a favore della crescita è difficile risolvere il problema dell’immigrazione illegale”.

Davanti alla platea dei Med Dialogues, Meloni rilancia la proposta di un ‘Piano Mattei’ per l’Africa, che “non abbia una postura predatoria nei confronti delle altre nazioni”, perché “la nostra prosperità non è possibile se non c’è quella anche dei nostri vicini”. Tra le “più urgenti priorità di politica estera e sicurezza nazionale”, la premier indica “la piena e duratura stabilizzazione della Libia”.

Il ruolo che il governo vorrebbe dare all’Italia – rimarca – è di “rappresentare una nazione guida” anche “per contrastare con più efficacia il dilagare del radicalismo estremista soprattutto nell’area sub-sahariana”. Fondamentale è poi la tutela delle libertà religiosa e delle minoranze: “Non possiamo fingere – infatti – di non vedere quanto sta accadendo in questi mesi alle donne e ai giovani che manifestano in Iran. Erodere spazi di libertà o impedire alle donne e alle ragazze di accedere al lavoro e all’istruzione, e qui penso soprattutto all’Afghanistan, significa porre un’ipoteca sul futuro di quei Paesi”.

Nel quadro geopolitico, insomma, “l’Italia è e può essere molto di più, cerniera e ponte energetico naturale tra il Mediterraneo e l’Europa” evidenzia Meloni. Il Mediterraneo allargato, infatti “è la colonna della sicurezza energetica italiana” e “solamente creando uno spazio di stabilità e uno spazio di prosperità condivisa – conclude – potremmo attraversare in modo efficace le troppe sfide epocali che abbiamo di fronte”.(LaPresse)

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