Napoli, agguato al ras Francesco Divano

Raggiunto da diversi colpi di pistola, non è stato in grado di riferire dettagli ai carabinieri. E’ ritenuto un autonomo. Il 55enne ‘scaricato’ davanti all’ospedale San Paolo, giallo sulla dinamica

NAPOLI – Un agguato in pieno giorno che ha molti punti oscuri. Tutto è partito attorno alle 17 e 30 di ieri, quando presso il pronto soccorso dell’ospedale San Paolo è stato lasciato Francesco Divano, 55enne di Pianura. Quando sono giunti in ospedale i carabinieri, l’uomo era cosciente, malgrado fosse stato raggiunto da diversi colpi d’arma da fuoco. I medici che l’hanno preso in cura hanno riferito che, malgrado i proiettili, non dovrebbe essere in pericolo di vita. E’ stato ricoverato e non ha potuto fornire versioni su come siano andati i fatti. Non è chiaro il luogo in cui l’uomo sia stato ferito, come non è chiaro il contesto in cui è maturato l’agguato. Secondo i carabinieri della Compagnia di Bagnoli, che sono al lavoro per ricostruire la dinamica, i killer hanno sparato per uccidere.

Indagato anni addietro per associazione mafiosa, stupefacenti e rapina, Divano è ritenuto un pezzo grosso della mala flegrea. Ha scontato una condanna, poi è tornato nel quartiere. Qui non è chiaro se abbia appoggiato una o l’altra fazione in lotta per il controllo dell’area. Da informative pare sia un autonomo, ma in un contesto criminale ‘caldo’ come quello pianurese, l’autonomia non è contemplata e il raid potrebbe essere collegato agli scontri tra gli eredi dei Mele e il gruppo che ha preso il testimone dei Pesce-Marfella. Come si cercano eventuali collegamenti con la stesa registrata qualche giorno fa in via Cannavino, all’altezza del civico 6. Alcuni testimoni hanno parlato di due scooter di grossa cilindrata con in sella quattro persone che hanno aperto il fuoco e sono successivamente scappati. La zona è tristemente nota per questo tipo di fenomeni. Via Cannavino è ritenuta la roccaforte dei Calone, gruppo che ha raccolto l’eredità dei Mele e contrapposto ai Carillo che invece hanno preso il posto dei Pesce-Marfella. L’ultima stesa nella stessa zona risale a pochi mesi fa, quando una segnalazione parlò di almeno tre colpi di pistola. Nell’ultimo caso di bossoli i carabinieri ne hanno recuperati sei. Con tutta probabilità, quindi, potrebbe essersi trattato di una dimostrazione di forza da parte di un gruppo malavitoso nei confronti di quello rivale. Una ‘stesa’ organizzata per impaurire gli avversari e lanciare un messaggio bellicoso, della serie “ora comandiamo noi e siamo pronti a sparare se qualcuno si opporrà”.

La tensione nella zona di Pianura è palpabile. In questi mesi le armi hanno sparato e il sangue è stato versato. Che non ci sia scappato il morto è stato solo un caso. Le forze dell’ordine che tengono il polso degli assetti criminali scrutano ogni movimento, ogni variazione, si sono accorte tempo addietro che alcune facce note erano sparite. Accadde già qualche tempo fa, quando il braccio destro del ras Antonio Carillo, figlio del ras Lorenzo e nipote dell’ex boss Pasquale Pesce, sparì dalla circolazione a seguito dell’agguato subito proprio da Carillo. Dopo di lui fu colpito anche Lorenzo Rossetti.

Tutti segnali di una tensione tra clan che resta ancora altissima. Ma chi sono i contendenti? Da una parte c’è il gruppo Carillo di via Evangelista Torricelli, che ha preso l’eredità lasciata dai residui delle organizzazioni Pesce e Marfella; dall’altro lato il clan di via Comunale Cannavino, che fa capo ad Antonio Calone, al vertice degli eredi del gruppo Mele. Al centro delle tensioni c’è il controllo sul quartiere flegreo. Resta alta la tensione nei quartieri di Pianura e Bagnoli dove, secondo le ultime informazioni delle forze dell’ordine, il rischio di una nuova faida di camorra è molto più di una possibilità. I problemi erano già nati tempo fa con il ritorno sulla scena criminale del boss Massimiliano Esposito ‘o scognato, ex sodale del clan D’Ausilio di Bagnoli. Esposito, infatti, aveva messo gli occhi sul territorio di Pianura, entrando in rotta di collisione con alcuni esponenti della ‘mala’ locale, in particolare con i ras Calone ed Esposito, indicati come gli eredi della cosca Mele.

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