Napoli. Auto con insulti ai De Micco bruciata in via Carlo Miranda

La vettura presentava scritte e disegni offensivi: “Bodo infami e cornuti”

NAPOLI – I clan continuano a lanciarsi dichiarazioni di guerra e lo fanno, ancora una volta, incendiando automobili. Una modalità tipica della mala di Ponticelli, che – tra una festa e l’altra per le varie scarcerazioni di personaggi di spicco della criminalità organizzata – è tornata a farsi sentire nella notte tra lunedì e ieri. E lo ha fatto con l’irriverenza che appartiene soltanto a chi si sente padrone del destino di un intero quartiere. Una manciata di minuti prima dell’una, una vettura è stata avvolta dalle fiamme. Teatro dei fatti via Carlo Miranda, nel tratto non lontano dall’incrocio con via Manlio Rossi Doria, e a due passi dal luogo in cui nell’ottobre 2005 perse la vita un ragazzo di 14 anni, Francesco Paolillo, dopo una tragica caduta dallo scheletro di un palazzo in costruzione. Un posto che rievoca sangue e lacrime, ma che da qualche tempo fa rima con camorra. Una Nissan di colore blu stava bruciando già da un po’ quando i residenti hanno lanciato l’allarme alle autorità competenti. Mancavano diciotto minuti all’una. Il rogo ha fatto anche svegliare alcuni abitanti. Intorno alle 2 l’intervento i carabinieri, che hanno trovato sul posto i vigili del fuoco già all’opera. L’auto, completamente danneggiata, è risultata essere stata rubata lo scorso maggio a Posillipo a un incensurato del posto.

Ma, soprattutto, il veicolo presentava scritte e simboli offensivi nei confronti del clan De Micco: “Bodo infami e cornuti”, un disegno del simbolo fallico e un gabinetto posizionato sul tettuccio. Elementi che incastonano la vicenda, inequivocabilmente, nella faida infinita in corso da ormai due anni tra le strade della periferia orientale. Ma l’incendio della vettura non è l’unico fatto inquietante avvenuto ieri notte. Negli stessi istanti in cui la Nissan veniva divorata dalle fiamme, i residenti hanno udito in maniera nitida l’esplosione di tre colpi di arma da fuoco. Sul caso indagano i carabinieri della compagnia di Poggioreale. Non ci sono margini di interpretazione nella duplice vicenda. Si tratta di un attacco forte e diretto alla cosca guidata da Marco De Micco, detto, appunto, ‘Bodo’. Il soprannome con cui veniva scherzosamente chiamato da bambino è stato poi esteso all’intera organizzazione criminale e a chi ne fa parte, ras, gregari e affiliati. La tensione criminale a Ponticelli è alle stelle. Proprio via Carlo Miranda ha ospitato alcuni degli ultimi episodi riconducibili alla guerra tra organizzazioni criminali. Pochi minuti dopo la mezzanotte di sabato scorso, i residenti hanno segnalato l’esplosione di una raffica di colpi di arma da fuoco. Prima ancora, a inizio giugno, fu eseguita una ‘stesa’ contro l’abitazione di un ras. Fibrillazioni criminali acuite dalle recenti scarcerazioni di uomini ritenuti ai vertici della mala locale: a fine giugno è tornato nel quartiere Christian Marfella, pochi giorni fa Giuseppe De Luca Bossa, in mezzo (l’ultima settimana di luglio) Francesco De Martino, dell’omonimo clan degli ‘XX’. Tutte pedine fondamentali dello scacchiere della camorra di Ponticelli.

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