Napoli, camorra: arrestati 14 affiliati del clan Mazzarella

NAPOLI – In carcere sono finiti Ciro Russo, 57 anni di Napoli, Vincenzo Santaniello, 25 anni di San Giorgio a Cremano, Antonio Scognamiglio, 31 anni di Napoli, Gennaro Napolitano, 24 anni di Napoli, Vincenz36 anni di Napoli, Luigi Gitano, 31 anni di Napoli, Salvatore Noviello, 28 anni di Massa di Somma, Raffaele Santaniello, 26 anni di San Giorgio a Cremano, Pasquale Troise, 36 anni di Napoli, Arcangelo Cimminiello, 21 anni di San Giorgio a Cremano, Salvatore Donadeo, 42 anni di Napoli, Marco Montefusco Esposito, 40 anni di Napoli, Gianluca Fummo, 42 anni di Portici, Rosario Guadagnuolo, 35 anni di Napoli. Agli arresti domiciliari Raffaella Boccia, 44 anni di Napoli, Mariano Bonavolta, 43 anni di Napoli, Luigi Bonavolta, 25 anni di Napoli. Su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia, agenti della Polizia di Stato hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli, nei confronti di 17 persone – 14 in carcere e 3 agli arresti domiciliari – ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, tentato omicidio, estorsione, lesione personale, minaccia, violenza privata, danneggiamento, detenzione e porto illegale di arma, con l’aggravante prevista di aver agito col metodo e con finalità mafiosi. Le indagini, che sono state svolte dalla Squadra Mobile tra il 2013 ed il 2015, corroborate dalle attività tecniche e dal contributo dichiarativo dei collaboratori di giustizia, hanno documentato le responsabilità di capi, promotori e sodali dell’associazione camorristica “Mazzarella”, operante prevalentemente nell’area orientale di Napoli, quartiere di San Giovanni a Teduccio, che, nonostante le sentenze di condanna emesse nei confronti delle figure apicali e i numerosi arresti in flagranza subiti, è stata in grado di riorganizzarsi e di compiere azioni violente per affermare la supremazia territoriale, in particolare a discapito dello storico clan rivale dei “Rinaldi. Le indagini hanno, anche, consentito di ricostruire il contesto criminale in cui sono maturati fatti delittuosi, individuandone i mandanti e gli autori materiali, quali il tentato omicidio nei confronti dei componenti della famiglia Capodanno, avvenuto a Napoli il 3 febbraio 2015. Nello specifico due indagati esplosero numerosi colpi d’arma da fuoco nei confronti delle vittime che si trovava all’interno di un negozio di loro proprietà. Tra i presenti, scampati miracolosamente all’agguato, vi era un bambino di due anni. Il tentato omicidio si colloca nell’ambito di una lite, per motivi passionali, tra la famiglia Capodanno e alcuni dei destinatari del provvedimento restrittivo. E’ stata appurata poi una estorsione ai danni di un uomo, reo di non aver versato al clan Mazzarella una parte dei 100.000 euro, provento di un furto perpetrato ai danni della banca Unicredit di Napoli il 3 maggio 2015. Inoltre sono responsabili del danneggiamento dei locali di un esercizio commerciale nel quartiere San Giovanni, gestito da un nipote di Rinaldi Ciro, capo dell’omonimo clan, avvenuto il 22 giugno 2015. Le immagini delle telecamere dell’esercizio commerciale ripresero due affiliati ai Mazzarella che, utilizzando mazze da baseball, distrussero e danneggiarono i beni e le strumentazioni ivi ubicate. Nell’ambito della stessa indagine la Squadra Mobile di Napoli ha già eseguito, l’otto febbraio scorso, un provvedimento di fermo, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 14 affiliati al clan Mazzarella. Il provvedimento di fermo fu emesso in seguito ad una serie di fatti delittuosi, riconducibili all’atavico contrasto tra le citate organizzazioni criminali. Tra i destinatari del fermo vi era Mazzarella Francesco, che dopo l’arresto del fratello Roberto, avvenuto nell’anno 2007, era divenuto il capo dell’omonima organizzazione criminale.

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