Napoli: corruzione per assegnazione incarichi giudici pace, 15 indagati

Quindici persone sono indagate con l'accusa di corruzione, occultamento di atti pubblici, falso in atto pubblico, truffa ai danni dello Stato e depistaggio: sono cancellieri, operatori giudiziari, avvocati, medici e altri professionisti

Foto Stefano Cavicchi - LaPressecronaca01 02 2017 Aosta Il palazzo del Tribunale d Aosta

NAPOLI – Quindici persone sono indagate con l’accusa di corruzione, occultamento di atti pubblici, falso in atto pubblico, truffa ai danni dello Stato e depistaggio: sono cancellieri, operatori giudiziari, avvocati, medici e altri professionisti. Al termine di una indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Nola, nel Napoletano, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli ha dato esecuzione, unitamente al Comando Carabinieri Nucleo Antifalsificazione Monetaria di Roma, a un’ordinanza applicativa di misura cautelare personale emessa dal gip del Tribunale di Nola.

Nei confronti di tre cancellieri e di tre avvocati è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari; mentre è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti del Direttore Amministrativo pro tempore della Cancelleria del giudice di pace di Sant’Anastasia e il divieto di dimora nel medesimo Comune per otto professionisti (medici, geometri e periti assicurativi).

Dalle indagini è emersa una “prassi costante e consolidata di gestione illecita degli affari penali presso l’Ufficio del giudice di pace di Sant’Anastasia con riferimento, in particolare, all’assegnazione delle consulenze tecniche d’ufficio. Cancellieri ed operatori giudiziari erano soliti garantire l’affidamento di incarichi di ctu a medici, geometri e periti assicurativi compiacenti, dietro ricompensa di denaro contante e utilità varie, quali visite mediche gratuite e tamponi covid, buoni carburante, lavori di ristrutturazione, generi alimentari vari; il tutto accadeva all’interno dell’Ufficio Giudiziario e presso il domicilio degli impiegati indagati.

Il sistema così realizzato, impenetrabile ai professionisti non conosciuti dai dipendenti pubblici in servizio presso l’Ufficio del giudice di pace di Sant’Anastasia, avrebbe consentito ai consulenti infedeli di eseguire prestazioni pagate con denaro pubblico.

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