Napoli: omicidio Mignano, la pista della vendetta dei boss

Il 57enne ucciso ieri mattina mentre accompagnava il nipote a scuola in via Ravello. Ci sarebbero i Mazzarella e i loro alleati della famiglia D’Amico dietro il delitto. La vittima, infatti, era considerata vicina agli ambienti criminali del clan Rinaldi

NAPOLI – Ci sarebbero i Mazzarella e i loro alleati della famiglia D’Amico dietro l’omicidio di Luigi Mignano, il 57enne ammazzato, ieri mattina, dinanzi a una scuola di San Giovanni a Teduccio. La vittima, infatti, era considerata vicina agli ambienti criminali della cosca Rinaldi, storicamente avversi ai Mazzarella e alle compagini a loro collegate. Un’ipotesi che, se confermata da riscontri investigativi, potrebbe significare una ripresa dello scontro armato che, fino a qualche mese fa, era infuriato nel quartiere.

Gli scenari

Uno scontro, però, che negli ultimi tempi, sembrava essersi chiuso con una sostanziale vittoria dei Mazzarella anche se i Rinaldi avevano mantenuto il controllo della loro roccaforte del rione ‘Villa’. Ed è proprio qui, all’angolo tra via Sorrento e via Ravello, che Luigi Mignano ha perso la vita in quello che, secondo il racconto dei testimoni, è stato un vero e proprio agguato. La vittima era in compagnia del figlio Pasquale e del nipotino di appena 4 anni quando i killer, in sella a uno scooter, gli hanno esploso contro numerosi colpi di pistola. Per Mignano non c’è stato scampo. Raggiunto in diverse parti del corpo è stramazzato al suo senza vita. Più fortunato il figlio Pasquale, raggiunto da alcuni proiettili alle gambe e le cui condizioni, dopo l’intervento dei medici, sono state giudicate tali da non far temere per la sua vita. Solo un caso, invece, che le pallottole non hanno colpito il bambino che, invece, è rimasto incolume nonostante la furia omicida dei killer. Sul posto, in pochi minuti, sono arrivati gli agenti del commissariato ‘San Giovanni-Barra’ e i loro colleghi della Polizia Scientifica.

Le indagini

Sono stati questi ultimi, dopo i rilievi del caso, a recuperare almeno 10 bossoli di un calibro compatibile con un’arma semiautomatica. Un dettaglio questo che unito alle modalità del raid sembrano non lasciare dubbi sulla matrice camorristica dell’omicidio. Per questo motivo, almeno in queste prime fasi dell’attività investigativa, la pista maggiormente battuta dagli addetti ai lavori è quella di un attacco da parte dei Mazzarella alla cosca rivale dei Rinaldi. Luigi Mignano, infatti, non solo era considerato vicino ai boss del rione ‘Villa’ ma aveva anche numerosi precedenti tra cui estorsione e associazione a delinquere di stampo mafioso. Un personaggio di primo piano quindi la cui morte, non escludono gli investigatori, potrebbe essere la vendetta dei Mazzarella per l’omicidio di Salvatore Soropago, loro sodale.

Scia di sangue

Un delitto, quest’ultimo che, però, segnò anche l’inizio di una tregua armata tra le due fazioni in lotta. Il motivo è che poco dopo l’agguato a Soropago, Ciro Rinaldi, considerato il reggente dell’omonima cosca fu costretto a darsi alla latitanza seguito, a distanza di poche settimane, anche dai suoi ‘fedelissimi’ come i fratelli Ciro e Sergio Grassia e Raffaele Maddaluno. Una fuga, quella di ‘Myway’, questo il soprannome di Rinaldi negli ambienti criminali, interrotta però dalle forze dell’ordine che lo hanno scovato presso alcuni familiari nel quartiere di San Pietro a Patierno. Il suo arresto, unito a una serie di operazioni mirate, che, di fatto, hanno disarticolato anche i sodalizi a lui vicini come i Minichini e gli Schisa, ha, inevitabilmente, rappresentato un durissimo colpo per l’organizzazione del rione ‘Villa’ che, in poco tempo, non solo è stata costretta a rinunciare agli alleati ma anche a molti dei territori conquistati negli ultimi anni. Non solo.

L’indebolimento dei Rinaldi e la ripresa dei Mazzarella

L’indebolimento dei Rinaldi è coinciso, di riflesso, anche con un ripresa dei Mazzarella che, grazie a alcune scarcerazioni eccellenti, sono tornati a controllare buona parte del centro di Napoli e della sua periferia orientale. Possibile, quindi, che la cosca, che ha la sua roccaforte nella zona del cosiddetto ‘Connolo’, abbia deciso di sbarazzarsi una volta per tutte di quello che resta dei ras del rione ‘Villa’. Un’epurazione che potrebbe essere iniziata proprio con l’uccisione di Mignano. Tuttavia, la pista della faida, almeno per adesso, sebbene sia considerata la principale non è l’unica seguita dagli investigatori. Non si esclude, infatti, che l’agguato possa essere maturato all’interno dello stesso clan Rinaldi in cui Mignano, dopo la sua ultima scarcerazione, potrebbe aver tentato di scalare le gerarchie dato lo stato di detenzione di numerosi esponenti di spicco. Un’ipotesi avanzata anche alla luce del profilo della vittima tracciato dagli investigatori. Mignano, nonostante un curriculum criminale di tutto rispetto, da quando era tornato in libertà si ‘era mosso molto poco’, preferendo rimanere dietro le quinte anche se ancora pienamente inserito del contesto criminale che fa capo alla famiglia Rinaldi.

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