Napoli, radiografie ferme all’ospedale San Paolo

NAPOLI – L’ospedale San Paolo è totalmente privo di apparecchi per le radiografie e la situazione è irrisolta da due settimane. A portare alla luce il problema è il sindacato Nursind, nella persona del segretario aziendale Carmine Ferruzzi. La struttura di via Terracina, spiega il sindacalista, ha due macchinari: 6 mesi fa quello in dotazione al reparto di Radiologia si è guastato e il personale ha supplito con quello del pronto soccorso. Dal 7 ottobre scorso anche questo macchinario è saltato e tutti i pazienti che accedono al San Paolo e hanno bisogno di una radiografia vengono dirottati verso altre strutture: prima si è chiesta ospitalità al presidio intermedio di corso Vittorio Emanuele, adesso al Loreto Mare, che peraltro è sottoutilizzato. Il tutto con i disagi che si possono immaginare e facendo entrare in contatto pazienti ricoverati in strutture diverse.

La nota del sindacato

Il Nursind ha stilato una nota indirizzata al direttore sanitario dell’ospedale San Paolo Maurizio D’Amora e al responsabile del servizio di Radiologia Gennaro Casaburo. La situazione che si trascina da 6 mesi “è semplicemente riesplosa” scrive il sindacato, facendo notare che la Radiologia è ferma dal 7 ottobre, “ma già da maggio continuava a funzionare con il solo apparecchio radiologico situato in Pronto soccorso con non pochi disagi per pazienti e personale”. Ci si è “dimenticati” di “sostituire o quantomeno ripristinare l’altro apparecchio, incuranti dei rischi e dei disservizi come le lunghe attese per accertamenti minimi ma essenziali”.

Le contestazioni

“La mancanza di una significativa volontà a risolvere in modo definitivo la problematica che si è venuta a creare in questi giorni – si legge ancora nella nota – ci fa alzare la voce”. Con questa gestione “vengono negati ai pazienti afferenti a questo nosocomio i livelli minimi di assistenza”. Il sindacato ricorda ai dirigenti che “le apparecchiature sanitarie sono un fattore essenziale per l’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza” e che “le attrezzature obsolete hanno un impatto negativo sulla spesa sanitaria” I costi di manutenzione sostenuti per le attrezzature obsolete sono tendenzialmente alti e va valutata una sostituzione per la riduzione dei costi e l’aumento dell’efficienza.
In caso contrario, “oltre a incrementi ingiustificati di costi per manutenzione vi è anche un allungamento delle liste d’attesa”. Viene chiesto quindi un “intervento immediato atto a ripristinare la normale attività diagnostica”. “A tutela dei degenti e della cittadinanza che afferisce a questo presidio – conclude il Nursind – ci riserviamo ulteriori azioni qualora non dovessimo registrare in tempi brevi una risposta definitiva”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome