Napoli, spari tra la folla: per sbaglio ferita una mamma

NAPOLI – Le urla dei bimbi che desideravano soltanto giocare. La disperazione di una donna che si è ritrovata sulla traiettoria delle pallottole. Il senso di insicurezza che si diffonde sempre di più a Napoli. Scene da Far west nel tardo pomeriggio a Fuorigrotta. Qui una donna di 49 anni, Luisa Mangiapia, è stata ferita a una gamba da un colpo di arma da fuoco esploso, verosimilmente, dalle pistole della camorra. La 49enne è stata poi trasportata all’ospedale San Paolo. Per fortuna, le sue condizioni non sono gravi.
Sono circa le 19,30 quando, in piazza Italia, nel parco giochi aperto di recente, una donna si accascia al suolo. Ha sentito un bruciore alla gamba sinistra. Tutto intorno, intanto, è il caos. I bambini scappano un po’ ovunque, come loro anche gli adulti. Alcuni, però, soccorrono Luisa, che ha avuto l’unica sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. E’ stata ferita per errore. E’ totalmente estranea alla vicenda. Sul posto si precipita la polizia di Stato. Gli investigatori raccolgono elementi e testimonianze. La pista più accreditata è quella di un agguato fallito contro soggetti vicini al clan Troncone. I ‘bersagli’ sarebbero dunque riusciti a dileguarsi. Ma resta in piedi anche l’ipotesi che porta dritto al mondo delle baby gang che si sono impadronite rapidamente della zona. Così come quella della ‘stesa’ dimostrativa. A Fuorigrotta il palcoscenico criminale, quello della malavita che conta, è in costante fermento. Poco più di un mese fa, lo scorso primo marzo, quasi allo stesso orario di ieri (erano le 19) un commando armato aprì il fuoco in via delle Scuole Pie, a due passi da via Leopardi. In strada c’erano decine e decine di persone. Il possibile sfondo di quella vicenda è, secondo gli investigatori, lo scontro tra cosche rivali per lo spaccio. E la gente del quartiere ora ha paura. Una donna, che poco prima dei fatti si trovava alle giostre con la figlia, si dice “avvilita, demoralizzata e sfiduciata”. Secondo il suo pensiero, che rispecchia l’opinione comune nel quartiere, serve una “presenza costante di istituzioni che devono necessariamente vigilare costantemente considerando, nostro malgrado, i ‘personaggi’ che frequentano quella zona”.

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