Oggi Cdm su caro bollette: il governo stanzia i primi nove miliardi

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto Giorgia Meloni

ROMA – Il governo stanzia i primi nove miliardi per andare incontro al caro bollette. La misura verrà portata oggi in Consiglio dei Ministri. Sul tavolo dell’esecutivo anche il recupero del potere d’acquisto, taglio del cuneo fiscale, le pensioni con l’adeguamento annuale degli assegni all’inflazione con +7,3% da gennaio prossimo, e la legge Fornero dal prossimo anno.

Il lavoro del governo

Sono stati giorni di duro lavoro da parte del nuovo esecutivo. Tanti i nodi da sciogliere di una situazione quanto mai complicata. “In due settimane – ha detto la premier Giorgia Meloni – abbiamo liberato 30 miliardi per calmierare e coprire il costo delle bollette. Abbiamo messo in sicurezza il nostro tessuto produttivo”. E ha poi aggiunto: “Fermare la speculazione è fondamentale e stiamo conducendo anche questa battaglia”. E ai sindacati (Cgil, Cisl, Uil e Ugl) con cui è cominciato il confronto ha sottolineato che per il nostro Paese è “il lavoro la priorità delle priorità”

Il confronto

Proficuo è apparso il primo confronto tra la premier e le parti sociali, con un “approccio di totale apertura, mettendo da parte i preconcetti – ha aggiunto Meloni – assicurando trasparenza e lealtà”, chiedendo inoltre a tutti “un supplemento di responsabilità” in quanto “stiamo affrontando il momento più difficile della storia della Repubblica”. Ora i sindacati, apparsi quanto mai soddisfatti, attendono i fatti.

I sindacati

Secondo il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, “oltre ad una disponibilità al confronto, oggi risposte di merito non ne abbiamo ancora avute: la valutazione è sospesa”. E il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra ha aggiunto: “Auspichiamo che nelle prossime settimane ci possano essere ulteriori opportunità per discutere nel merito della legge di Bilancio e della prospettiva legata alla crescita, allo sviluppo, alla qualità e stabilità del lavoro”. Per il segretario generale dell’Ugl, Paolo Capone “Meloni ha inaugurato una nuova stagione di confronto sociale”. Mentre Pierpaolo Bombardieri della Uil ha proposto “di allargare la tassazione sugli extraprofitti oltre le aziende energetiche e di portarla al 35%: consentirebbe di reperire 14 miliardi l’anno”.

Pensioni

Il Governo sembra voler definitivamente virare su “Quota 41”, accompagnata da una soglia di età di 61-62 anni per il 2023, anche se Cgil, Cisl e Uil sono in attesa “della riforma complessiva”, “inquanto – ha sottolineato Meloni – oggi le pensioni basse e quelle future rischiano di essere inesistenti”.

Fisco

Sotto la lente di ingrandimento del Governo c’è della decontribuzione al 2% prevista fino alla fine dell’anno. Contro la flat tax appaiono uniti i sindacati che chiedono “una riforma vera che aumenti il netto in busta paga e colpisca di più l’evasione”. E, per Bombardieri (Uil) oltre a ridare potere d’acquisto ai redditi, oltre al taglio del cuneo fiscale “sarà necessario detassare subito le tredicesime per dare ristoro ai dipendenti e ai pensionati”, così come “gli aumenti contrattuali”

Il decreto

E’ giunta ieri la firma da parte del Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti al decreto che dal primo gennaio 2023 dà il via ad un adeguamento delle pensioni pari al +7,3%. Un aumento “calcolato sulla base della variazione percentuale che si è verificata negli indici dei prezzi al consumo forniti dall’Istat il 3 novembre”. E, “considerando l’effetto dell’indicizzazione delle pensioni all’inflazione, nel periodo 2022-2025- ha spiegato Giorgetti – la spesa assorbirà risorse per oltre 50 miliardi”.

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