Omicidio a Palermo: 34enne ammazzato con un colpo di pistola alla testa

Si tratta del secondo omicidio in città nel giro di soli 4 giorni

Foto LaPresse - Andrea Panegrossi

PALERMO – Si torna a sparare nel capoluogo siciliano. Un altro omicidio, il secondo episodio nel giro di appena quattro giorni. La vittima è Francesco Manzella, 34 anni, che è stato trovato morto all’interno di un’auto. Sembrerebbe si sia trattato di una vera e propria esecuzione visto che l’uomo è stato assassinato con un colpo di pistola alla testa.

La ricostruzione dell’omicidio

È accaduto nei pressi del viadotto sulla strada statale Palermo-Sciacca che porta al carcere Pagliarelli. Qui l’automobile, una Volkswagen Polo, è stata ritrovata con le quattro frecce ancora accese. Sul posto gli investigatori della squadra mobile, il medico legale e il magistrato incaricato di indagare sull’episodio. Gli agenti sono arrivati dopo essere stati contattati da alcuni residenti che, secondo quanto raccolto, avevano lanciato l’allarme dopo aver sentito un colpo di pistola. All’arrivo i poliziotti si sono ritrovati un’immagine che non lasciava spazio ad alcuna interpretazione: lo sportello dal lato del guidatore era aperto e nell’abitacolo c’era il corpo ormai senza vita del 34enne. Le indagini sono soltanto all’inizio ma è probabile che Manzella in quel punto sia arrivato perché aveva un appuntamento con chi successivamente l’ha ammazzato.

Le indagini

La vittima, che aveva precedenti per droga e furto, era anche stato arrestato nel 2012 in quanto capo di una banda specializzata in furti nelle ville. In due occasioni avrebbe anche picchiato, imbavagliato e chiuso in uno sgabuzzino i padroni di casa per poi arrivare alle casseforti e rubare denaro e oggetti preziosi. Per quel che riguarda il suo omicidio, la vittima non aveva segni di percosse sul corpo e questo farebbe pensare ad un’esecuzione vera e propria senza alcuna colluttazione. Ipotesi peraltro confermata dal fatto che non sono stati esplosi altri colpi e anche la macchina non presenta alcun foro. Le indagini sul caso sono state affidate alla squadra mobile diretta da Rodolfo Ruperti e al procuratore aggiunto Ennio Petrigni.

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