De Magistris? Sponsor del centrodestra

La lettera del vicepresidente del consiglio regionale della Campania Ermanno Russo a "Cronache"

Gentile Direttore,
mai avremmo immaginato di poter annoverare tra i principali sponsor della coalizione di centrodestra alle prossime Regionali in Campania un esponente di primo piano della sinistra a sinistra del Pd come il sindaco di Napoli. Sì, perché le ultime uscite pubbliche del primo cittadino del capoluogo sono infarcite di considerazioni politiche e personali sul conto dell’attuale governatore della Campania che però resta, a meno di stravolgimenti dell’ultima ora, il candidato ufficiale del centrosinistra. Ora, a mio modesto avviso, sul piano eminentemente strategico, queste uscite del Sindaco sortiscono un doppio risultato: spaccano sempre di più il fronte della sinistra, quella movimentista, un po’ nostalgica e, bisogna dirlo, anche un po’ datata ma, contemporaneamente e per effetto di sdolcinati e costanti ammiccamenti, spaccano anche il Movimento Cinque Stelle, nel tentativo, piuttosto maldestro, di accaparrarsi l’ala grillina più vicina al presidente della Camera Roberto Fico. Insomma, in chiave calcistica si direbbe: due assist e un autogol nella stessa partita. Si tratta infatti di un assist clamoroso al centrodestra, che unito trionferebbe (come tutti i pronostici già indicano) e a mani basse con un De Magistris candidato quale doppione della sinistra in alternativa a De Luca, ma l’assist è anche allo stesso De Luca, che beneficerebbe di un appoggio pressoché incondizionato da parte degli elettori di sinistra, troppo esperti e competenti per affidarsi ad un’alleanza spuria di politici “anti” che al massimo riuscirebbe a far eleggere DeMa consigliere regionale, come anche la stampa oggi sostiene. Una mera addizione di correnti, dunque, che avrebbe come unico collante la propaganda e la retorica dell’essere contro, prima contro Renzi e ora contro Salvini, e mai l’essere a favore di qualcosa o qualcuno. L’autogol invece, come è facile desumere, sarebbe, e anzi è, quello di DeMa contro lo stesso DeMa. Una logica asfittica e dal fiato corto che si fa tuttavia scudo della suggestione rivoluzionaria e miracolistica di una Napoli oltre le righe e i problemi, che un giorno pensa a batter moneta (con tanto di delibera di giunta sulla criptovaluta) e l’altro a batter cassa nei confronti della Regione e del Governo. In mezzo a tali suggestioni di potere e ambizioni personali c’è una comunità, quella dei napoletani, che intanto patisce condizioni di vivibilità e qualità della vita da terzo mondo, che non ha ordine, pulizia e servizi e che si è, di fatto, fermata al Lungomare liberato, emblema di una meta raggiunta a metà, con un sindaco che senza aver costruito nulla in questi anni si candida ora a governare Palazzo Santa Lucia, se non addirittura (come dichiara sempre più spesso) Palazzo Chigi, facendo leva sull’unico presupposto, ovvero quello di saperla e poterla sparare sempre più grossa. Un fallimento nel fallimento, a cui i campani non crederanno.

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