Open Arms, la Procura di Palermo chiede il rinvio a giudizio per Salvini

Foto Guglielmo Mangiapane / LaPresse Nella foto: il procuratore capo Francesco Lo Voi

MILANO – Da parte dell’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini, non c’è stata “alcuna tutela degli interessi nazionali” quando nell’agosto del 2019 ha cercato di impedire lo sbarco di 147 migranti, soccorsi in mare dalla nave Open Arms, a Lampedusa. Lo ha sottolineato il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi nel corso della sua requisitoria all’udienza preliminare per il caso della ong catalana. I migranti, dopo giorni di incertezza, vennero fatto scendere a terra in esecuzione di un’ordinanza del Tar.

La prima a prendere la parola, nell’aula bunker dell’Ucciardone, è stata la procuratrice aggiunta Marzia Sabella, seguita dal pm Geri Ferrara e dal procuratore Lo Voi. “Non vedremmo come in un caso come questo non si possa chiedere il rinvio a giudizio”, ha ribadito il magistrato, secondo cui non c’era alcuna condivisione all’interno del governo, ma le decisioni furono prese da Salvini.

“La redistribuzione dei migranti spettava a Conte”, hanno chiarito i pm in aula, precisando però che l’individuazione del Pos (Place of safety, il cosiddetto porto sicuro, ndr.) era di competenza dell’allora capo del Viminale e non dell’intero consiglio dei Ministri. E dunque non si può, per il procuratore Lo Voi, ritenere che ci sia stato un “atto politico” da parte dell’esecutivo Conte alla base del mancato permesso di sbarco.

Per l’accusa le decisioni di Salvini lasciano poco spazio ai dubbi

Il leader della Lega va processato anche alla luce delle testimonianze degli altri componenti di governo nel caso Gregoretti, discusso a Catania che sono state depositate anche in fase di udienza preliminare di fronte al gup Lorenzo Iannelli, il quale – al termine della discussione dell’avvocato Giulia Bongiorno, legale di Salvini, fissata per il 17 aprile – dovrà decidere se accogliere o meno la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura.

Al termine dell’udienza, durante la quale ha fatto dichiarazioni spontanee, Salvini si è fermato a parlare con i giornalisti. Da parte sua non c’è alcuna “preoccupazione”, al contrario si sente “orgoglioso di aver difeso l’Italia”.

“La procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio e il processo contro di me per sequestro di persona, 15 anni di carcere la pena prevista. Preoccupato? – ha ribadito – Proprio no. Sono orgoglioso di aver lavorato per proteggere il mio Paese rispettando la legge, svegliando l’Europa e salvando vite. Se questo deve provocarmi problemi e sofferenze, me ne faccio carico con gioia. Male non fare, paura non avere”.

“Ci aspettavamo la richiesta di rinvio a giudizio, non mi pare la notizia del giorno”, ha spiegato l’avvocato Giulia Bongiorno. “Da tutti gli atti – ha proseguito – emerge che la nave della ong catalana aveva più opzioni: la Spagna, Malta, ma non le volle. E’ come se io fossi chiusa in una stanza e restassi dentro nonostante avessi delle uscite, solo perché le uscite non mi piacciono. Potremmo parlare di sequestro?”.

Una tesi che, a quanto si apprende, sarebbe suffragata anche da due informative, rispettivamente della guardia di finanza datata 16 agosto 2019 e della capitaneria di porto datata 20 agosto 2019, in cu si legge che la nave di Open Arms ha “posto in essere un’attività volta al preordinato sistematico trasferimenti il legale di migranti in Italia”.

Infine, l’avvocato Bongiorno ha sostenuto che tutta la gestione della vicenda rientrava pienamente nella linea politica del governo, che prevedeva prima la redistribuzione dei profughi nei Paesi europei, poi lo sbarco in Italia.

La replica di Open Arms

“Augurandoci che si proceda per l’accertamento della verità – ha fatto sapere la ong – ribadiamo, associandoci alle conclusioni della Procura, che la violazione dei diritti di donne, uomini e bambini vulnerabili è un reato che deve essere perseguito e che nessuno, tanto meno un ministro della Repubblica, può derogare ai principi su cui si fondano le nostre repubbliche democratiche”.(LaPresse)

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